APPROFONDIMENTO – Il programma della Buona Destra per le politiche migratorie

a cura di Marco Mensi e Andrea Molle 

Il tema della politiche migratorie e dei flussi migratori riveste oggi una importanza sempre maggiore e la Buona Destra ha deciso quindi di presentare all’ Italia e ai cittadini italiani le sue proposte in materia.

Occorre premettere che una Destra seria e responsabile si pone come obiettivo prioritario la tutela della legalità e quindi anche la lotta contro l’ immigrazione clandestina, chiarendo che abbiamo il dovere di salvare chi sta annegando in mare ma non di accogliere tutti in modo indiscriminato.

Una Destra responsabile deve cercare, invece, di favorire l’ integrazione nella società di tutti gli immigrati regolari che costituiscono e costituiranno sempre di più una risorsa indispensabile per il nostro paese, che sta attraversando una forte crisi demografica e vede la sua popolazione diventare sempre “più vecchia”.

La Buona Destra si distingue dalla destra radicale e sovranista perchè non utilizza il problema dell’ immigrazione per raccogliere un facile consenso tra gli elettori seminando odio e paura e si distingue nettamente anche dalle forze di sinistra perchè non accetta di arrendersi e subire passivamente i flussi migratori.

La Buona Destra vuole invece gestire e controllare l’immigrazione trasformandola da problema a risorsa per tutta la nazione, agendo in collaborazione con l’ Unione Europea (che deve finalmente “parlare con una voce sola”) e con l’ Unione Africana che insieme devono aiutarci a controllare i flussi non solo durante la parte finale ma anche nel loro percorso dall’ Africa interna verso le coste della Libia, cercando di arginare le partenze dalle stesse coste libiche e favorendo immediatamente i rimpatri degli immigrati verso il paese d’ origine, evitando di delegare un tale compito ai paesi europei di approdo.

Non possiamo chiudere gli occhi davanti al fatto che nei prossimi decenni i flussi migratori da paesi come l’ Africa, la Cina e il Sud America saranno in costante aumento perchè se l’Europa sta vivendo un forte calo di nascite in questo luoghi si verificherà invece un “big bang demografico” che comporterà, in certi casi, una vera e propria fuga verso il vecchio continente.

Non dobbiamo nemmero dimenticare che accanto agli immigrati economici e politici, ovvero coloro che lasciano il paese di origine perchè non hanno un lavoro oppure perche fuggono da una guerra civile o sono perseguitati politici si aggiungeranno a breve gli immigrati climatici ovvero coloro che lascerannno il loro paese a causa di catastrofi naturali o per un aumento insostenibile della temperatura (e i cinquantatre gradi centigradi registrati durante la scorsa estate a Bagdhad, in Iraq, devono farci riflettere seriamente).

Una Buona Destra deve inoltre farsi parte diligente ed insistere a livello comunitario per l’ abolizione del regolamento di Dublino che delega agli stati di approdo (ovvero Italia, Spagna, Grecia e Malta) il compito di decidere sulle domande di asilo dei cd. “profughi”, chiedendo invece una ripartizione degli stessi fra tutti gli stati dell’ Unione in base alla loro popolazione e al loro PIL.

Quest’ ultima necessità è ancora più evidente dopo che anche il recente tentativo di superare questo regolamento è miseramente fallito, dal momento che è stato previsto un ricollocamento solo facoltativo e non obbligatorio dei migranti clandestini negli stati membri, impegnando chi non vuole ospitarli a finanziare il rimpatrio di coloro che non hanno il diritto di restare.

Dobbiamo superare il divieto di quei paesi (come Austria, Ungheria, Paesi Baltici) che vogliono lasciare l’ Italia da sola nella lotta contro l’ immigrazione clandestina e che si comportano come se non fosse un loro problema.

Riteniamo quindi necessario che il principio della unanimità degli stati membri nell’ adozione delle decisioni comunitarie venga superando con quello della maggioranza assoluta, in caso contrario il ruolo e la funzione dell’ Unione Europea nei prossimi anni corrono il rischio di essere seriamente ridimensionati e penalizzati.

Ma veniamo alle proposte concrete:

CONCESSIONE del PERMESSO di SOGGIORNO ai CITTADINI EXTRACOMUNITARI La Buona Destra ritiene necessario superare la normativa attuale che prevede per la concessione dei permessi di soggiorno ai cittadini extracomunitari il ricorso al sistema dei flussi di ingresso, ovvero la richiesta di assunzione internazionale presentata in Italia dal datore di lavoro e rivolta ad assumere chi dovrebbe trovarsi fuori dal territorio dell’ Unione Europea.

Concretamente questo sistema si è trasformato però in una sanatoria surrettizia poichè il lavoratore di cui si chiede l’ assunzione si trova, nella maggior parte dei casi già in Italia nella condizione di clandestino, e cerca di “sanare” in questo modo la sua posizione. Per non parlare del fatto che con il sistema dei flussi il numero di nuovi ingressi è limitato dalle tabelle ministeriali, in base alla tipologia di lavoro e alla nazionalità del lavoratore, e si lascia molto spesso “al caso” il compito di decidere chi potrà beneficiare dell’ agognato permesso di soggiorno.

La Buona Destra suggerisce invece di creare una struttura di agenzie nazionali coordinate a livello europeo che si occupino in concreto della gestione dell’ immigrazione e che indichino i criteri minimi di accesso, che controllino, selezionino e respingano chi non ha i requisiti e che verifichino il processo di integrazione.

Tali agenzie avrebbero delle filiali nei paesi di emigrazione ed è a queste ultime che gli aspiranti migranti presenterebbero le loro domande .
Il datore di lavoro italiano che invece vorrà assumere manodopera extracomunitaria dovra’ presentare una apposita domanda presso la sede dell’ agenzia presente in Italia, indicando il nome della persona scelta (che deve presentare o avere già presentato la domanda relativa presso la filiale nel paese estero) oppure se non conosce già potenziali lavoratori stranieri potra’ essere chiamato a scegliere tra i cittadini extracomunitari che hanno presentato la relativa domanda superando il corso di integrazione di cui si parlerà tra poco.

Sono necessari conseguentemente accordi bilaterali con i paesi di origine dell’ immigrato che abbiano ad oggetto non solo i numeri dell’ immigrazione ma anche la sua qualità, selezionando le domande presentate in base alle esigenze del mercato del lavoro e alla effettiva capacità di accoglienza del nostro paese.

Si potrebbero stabilire dei costi a carico del richiedente e del suo sponsor, favorire la soluzione degli ingressi in base ad una graduatoria con punteggi che incentivi alcuni profili rispetto ad altri e preveda corsi obbligatori di integrazione, prevedendo un percorso che per il migrante costerebbe molto meno che affidarsi alla criminalità organizzata.

I corsi obbligatori di integrazione sarebbero organizzati già nel paese di origine e dovrebbero essere seguiti dall’ aspirante migrante che deve imparare la lingua italiana e conoscere la nostra cultura per poi sottoporsi ad un esame finale dal cui esito dipenderà quello della sua domanda di emigrazione.

La Buona Destra ritiene che i centri di accoglienza per i migranti e più in generale la materia dell’ immigrazione non possa essere appaltata ad aziende private che sono prive delle competenze necessarie e che in molti casi sono state coinvolte in procedimenti penali per il loro discutibile operato .
La Buona Destra ritiene invece che la gestione dei centri di accoglienza e del fenomeno dell’ immigrazione in generale debba essere di competenza esclusiva dello stato in quanto unico e solo Ente che possiede le competenze e le risorse necessarie per farvi fronte.

La Buona Destra reputa inoltre necessario abrogare il cd. “reato di clandestinità” previsto dall’ art. 10 bis del Testo Unico che disciplina la condizione dei cittadini extracomunitari, in quanto si tratta di una mera “cartina di tornasole” ad uso e consumo della destra radicale e sovranista.

Tale reato è infatti privo di efficacia deterrente poichè punito con una semplice ammenda da EURO 5.000 a EURO 10.000 che non verrà ovviamente mai pagata da chi è clandestino nel nostro paese e neppure l’ Erario potrà agire coattivamente nei confronti del condannato per il recupero della somma di denaro poichè il clandestino è privo di residenza sul territorio italiano.

Inoltre tale reato comporta dei costi notevoli per l’ Erario stesso perchè oltre alle spese del processo in senso stretto, il difensore dell’ imputato viene ammesso nella quasi generalità dei casi al Gratuito Patrocinio e al termine del procedimento presenta al Giudice la sua nota spese che verrà liquidata proprio dallo stato italiano.

CONCESSIONE DELLA CITTADINANZA ITALIANA AI FIGLI DI IMMIGRATI REGOLARI La Buona Destra ritiene necessario disciplinare la condizione dei figli nati in Italia da cittadini extracomunitari legalmente residenti nel nostro paese.

Riteniamo che debba essere superato il criterio dello “ius sangunis” previsto dalla normativa attualmente vigente ma che contemporaneamente non sia neppure applicabile integralmente lo “ius soli” come previsto negli Stati Uniti d’ America poichè il nostro paese ha una storia ed una tradizione diversa da quella americana.

Pensiamo invece ad una combinazione tra lo ius soli e lo ius culturae così strutturata : la cittadinanza italiana verrebbe acquisita dai figli, nati in Italia, di immigrati extracomunitari di cui almeno uno (padre o madre) residente stabilmente con permesso di soggiorno nel nostro paese da un minimo di tre anni, durante i quali non ha mai lasciato la penisola per un periodo superiore a dodici mesi consecutivi, qualora il padre o la madre oppure entrambi ne facciamo richiesta entro un anno dalla nascita presso l’ ufficio cittadinanza della prefettura competente territorialmente.

Al momento della dichiarazione il padre o la madre oppure entrambi se sposati o conviventi, dovranno precisare la loro volontà di stabilirsi definitivamente in Italia e di creare una famiglia nel nostro paese .
Il minore conserverà la cittadinanza italiana sino al diciottesimo anno di età con gli stessi diritti e gli stessi doveri degli altri cittadini frequentando gli otto anni di scuola dell’ obbligo e se vorrà anche le scuole medie superiori.

Giunto alla maggiore età sarà chiamato a confermare personalmente la decisione di mantenere la cittadinanza italiana davanti al Sindaco della città dove è residente ed in caso positivo acquisterà la detta cittadinanza in modo irrevocabile.

La cittadinanza italiana sarà revocata invece al minore figlio di extracomunitari che tra gli anni quattordici e gli anni diciotto verrà condannato per un reato dal Tribunale per i Minorenni con sentenza definitiva ad una pena che supera gli anni due di reclusione . Qualora il procedimento davanti all’ Autorità Giudiziaria sia ancora pendente al compimento del diciottesimo anno età, la dichiarazione di conferma della cittadinanza sarà rimandata sino al momento in cui il detto procedimento sarà concluso con sentenza definitiva.

Lo “status” dei genitori del minore che acquista la cittadinanza italiana secondo tale procedura resterà invariato, ovvero non si applica agli stessi l’ art. 19 del Testo Unico (D.L.vo 25 Luglio 1998, n. 286) che prevede il divieto di espellere cittadini extracomunitari che convivono con parenti entro il secondo grado di nazionalità italiana e quindi continua ad avere applicazione nei loro confronti l’ art. 4 co. 3 del Testo Unico che prevede il diniego del rinnovo del permesso di soggiorno in caso di condanna anche non definitiva per una serie di gravi reati che vengono tassativamente elencati (violenza sessuale, detenzione di sostanze stupefacenti al fine di spaccio etc.).

Nell’ipotesi di esplusione di un solo genitore, costui se sposato con la madre o il padre del minore cittadino italiano, potrà chiedere il ricongiungimento famigliare con la moglie o il marito e quindi superare la detta espulsione se ad avviso dell’ Autorità Amministrativa l’ esigenza di mantenere la sua famiglia unita sia prevalente sulla eventuale pericolosità sociale della persona (resta ovviamente fermo il principio secondo cui tale decisione può essere impugnata dal richiedente davanti al Tribunale Amministrativo Regionale).

Nella difficile ma non impossibile ipotesi che entrambi i genitori del minore cittadino italiano vengano espulsi, sarà nominato dal Tribunale Ordinario un curatore speciale al minore stesso che d’ intesa con i genitori dovrà decidere se è opportuno che il figlio segua il padre e la madre fuori dall’ Italia perdendo la cittadinanza oppure resti da solo in Italia affidato ai Servizi Sociali del Comune di residenza sino al raggiungimento della maggiore età.

Qualora il minore abbia già compiuto i quattordici anni spetterà a lui decidere se restare in Italia oppure seguire i suoi genitori.

I genitori del minore cittadino italiano potranno acquistare essi stessi la cittadinanza italiana secondo il normale iter previsto dal legislatore .
I cittadini extracomunitari che non sono nati in Italia ma vi risiedono regolarmente e sono giunti nel nostro paese prima del compimento del decimo anno di età possono acquisire la cittadinanza italiana quando hanno ultimato il ciclo di scuole dell’ obbligo ed hanno altresì conseguito la licenza di scuola media superiore, qualora ne facciano domanda entro un anno alla Prefettura competente territorialmente.

La Buona Destra si impegnerà inoltre a rimuovere ogni impedimento legale e burocratico ancora esistente e relativo al tesseramento presso associazioni e società sportive di cittadini stranieri che sono legalmente residenti nel territorio italiano.

CONCESSIONE DELLA CITTADINANZA ITALIANA AI CITTADINI EXTRACOMUNITARI E GODIMENTO DEI DIRITTI POLITICI La cittadinanza italiana potrà essere acquisita dai cittadini extracomunitari che risiedono regolarmente nel nostro paese da almeno dieci anni e non hanno mai subito condanne penali definitive salvo che non sia intervenuta la riabilitazione (dimostrando altresì di non avere lasciato l’ Italia per più di dodici mesi consecutivi), dopo avere superato un esame di lingua e cultura italiana più complesso ed approfondito di quello previsto per l’ accettazione della domanda di emigrazione presso le competenti agenzie.

Il cittadino extracomunitario, sebbene regolarmente soggiornante nel nostro paese da dieci anni ma sottoposto a procedimento penale, dovrà attendere che quest’ ultimo sia definito con sentenza definitiva per presentare la domanda relativa.  Chi richiede la cittadinanza dovrà inoltre dimostrare di essere titolare di un reddito annuo non inferiore ad EURO 12.000.

Qualora la richiesta venga presentata da una donna che svolge la professione di casalinga e quindi è priva di un reddito personale, dovrà dimostrare che il coniuge o il convivente possiede un reddito annuo di almeno EURO 12.000 aumentato di EURO 2.000 per ogni soggetto che fa parte del suo nucleo famigliare.

Il cittadino extracomunitario che sposa un cittadino italiano potrà fare domanda di cittadinanza secondo la normativa vigente.

Il cittadino extracomunitario munito di permesso di soggiorno che risiede regolarmente da almeno tre anni nello stesso comune ha il diritto di esprimere il suo voto alle elezioni amministrative per l’ elezione del sindaco se il suo reddito non è inferiore ad EURO 12.000 all’anno.

Il Presidente della Repubblica Italiana in casi eccezionali e senza seguire il normale iter procedurale ha il potere – su richiesta del Consiglio dei Ministri che può anche essere compulsato dal Presidente di una delle due Camere del Parlamento – di concedere la cittadinanza italiana a individui che si sono distinti per particolari meriti scientifici, artistici, letterari, sociali e umanitari da cui è derivato un evidente vantaggio per il nostro paese.

RIFUGIATI POLITICI La Buona Destra ritiene che debba essere stilato un elenco tassativo, aggiornato ogni mese, di stati che per essere dilaniati da una guerra civile o per essere govenati da regimi autoritari e liberticidi non garantiscono ai loro cittadini il godimento dei diritti civili e politici . Coloro e solo coloro che provengono da questi paesi potranno richiedere asilo politico allo stato italiano ed ottenere il relativo permesso di soggiorno.

Coloro che ottengono il detto permesso dovranno frequentare un corso di lingua e di cultura italiana e dopo un anno sostenere un esame che in caso di mancato superamento comporterà la loro espulsione dal nostro territorio.