Eravamo, in un mondo molto maschilista, abituati al cha cha chadelle segretarie. Ma in Sicilia siamo innovativi, sulle strade siamo fermi all’epoca pre Impero Romano, ma a fantasia politica non ci batte nessuno.
Alla ennesima, si è perso il conto, convocazione di conferenza stampa del presidente della Regione Nello Musumeci con minaccia di dimissioni, ritiri definitivi, esili alla Cincinnato, si è poi, come sempre, arrivati ad un passo indietro. Si è sempre in attesa di una esplosione, con ambigui e terribili sottintesi, retroscena fiammeggianti, ipotesi di fine della legalità e crollo dell’onestà, di guerre fine di mondo, che poi finisce regolarmente in un coitus interruptus. Nessuna dimissione, nessun rimpasto, nessun governo del presidente. Niente di nulla, la marcia è sempre quella, la retromarcia.
Ma questa volta c’è un’innovazione coereografica. Invece di un passo double si è arrivati al passo di lato, come nel mitico cha chacha della segretaria. Senza ovviamente nessuna offesa alle segretarie, che svolgono con professionalità il loro lavoro.
Di fatto dice il presidente, io sono disponibile, per il bene supremo del centrodestra, a fare un passo indietro, ma dovete trovare uno meglio di me, cosa quasi impossibile nell’isola, pertanto, ove voi non lo troviate, io sono sempre qui, sappiatelo!
Ma non aveva detto qualche giorno fa di rivolgerci al suo successore? Che c’entra, quello lo avevo detto in un momento di sconforto, dopo essere stato silurato da due Patriot palermitani, Ficarra e Picone, mentre magnificavo il mio buon governo che ha trasformato l’isola. Questi Ficarra e Picone devono essere dei subdoli amici di Miccichè, mangiatori di arancine!
Ormai Musumeci si rimette alla Meloni. Decida lei il bene per l’isola. Ora che c’entra la Meloni con il bene dell’isola per me è il terzo mistero di Fatima. Quest’isola è il luogo più moderato d’Italia. Alle ultime elezioni regionali la somma dei partiti moderati ed autonomisti erano maggioranza relativa nell’isola. Il rifiuto della politica ha portato i siciliani a votare in massa i 5stelle che promettevano rivoluzioni, uno vale uno, e redditi per tutti.
Come è andata a finire questo film si è visto. Anche alle recenti amministrative sono state premiate formazioni centriste o civiche. Il vento della destra sovranista e populista non si è visto. Quello viene dal Nord, ma scirocco e libeccio, venti del Sud, che spirano nella terra di Eolo, non lo fanno passare così facilmente.
Questa è, e rimane, una terra moderata. Che si riconosce in figure di equilibrio e sintesi, che solo il moderatismo può esprimere. Per questo abbiamo avuto praticamente un decennio di stallo politico e amministrativo. Quando in Sicilia ci si sbilancia in leader che non fanno sintesi, politica ma soprattutto sociale, il lento sistema burocratico, economico, sindacale di questa terra si mette in totale stand by. Ed il ritmo lento arriva al fermo biologico. Senza nemmeno contributi per interruzione pesca.
Questa terra deve ritrovare buonsenso e scelte innovative che diano alla Sicilia la possibilità di ingresso nella Next Generation Ue. Non si può permettere vecchie contrapposizioni e soliti schemi.
Per quanto tempo dobbiamo rimanere fermi mentre il mondo si muove intorno a noi? Quante generazioni dobbiamo perdere per migrazione o afasia improduttiva?
Il PD non potendo mettere ulteriore subbuglio, in una classe dirigente locale sconfitta dalle amministrative, ha deciso di non decidere, e nascondersi dietro le gonne di una donna valente dal nome altisonante per le sue primarie. Fece lo stesso con la Finocchiaro un decennio fa. I 5stelle si sono spezzati nell’isola in tre tronchetti gelato. Il pezzo nocciola di Di Maio, il pezzo caffè di Conte ed il pezzo pistacchio di Giarrusso l’ex Iena, che è convolato a nozze con l’autentico e primogenio Grillo di Sicilia, Cateno De Luca.
Il centrodestra per il suo bene supremo, alias sopravvivenza del suo ceto politico, andrà insieme o si creerà in Sicilia il brodo primordiale del grande centro che si vagheggia a livello nazionale?
Quien sabe.