Centrodestra di nuovo con la febbre alta: il caso Moratti agita la “coalizione”

Proprio ieri da queste colonne segnalavamo quanto fosse fragile la tregua armata siglata dal centro destra in attesa dei ballottaggi delle Amministrative 2022, e quanto precari fossero gli equilibri interni della coalizione. Il peso delle regionali si innesta sulle elezioni politiche creando un cortocircuito pericoloso per gli alleati, ormai sempre più “fratelli coltelli” in lotta, nemmeno tanto nascosta, fra loro.

Ebbene, oggi, a conferma della correttezza della nostra analisi, sono giunte le dichiarazioni di Letizia Moratti la quale riconferma la propria disponibilità a candidarsi per la guida di Regione Lombardia, con buona pace dell’attuale governatore Fontana. Lei si autodefinisce una risorsa importante per la coalizione (lasciando intendere che il predecessore non sia poi un granché? Chissà) dalla quale però aspetta un segnale proattivo.  Peccato che quel segnale non arriverà, almeno non a breve, visto che centrodestra e proattività sembrano una contraddizione in termini. La Lega è entrata immediatamente in fibrillazione, non essendo certo disposta a rinunciare alla riconferma di Fontana e quindi alla potenziale guida della Lombardia. Giorgia Meloni sta a guardare, spettatrice interessata dell’ennesimo teatrino. D’altra parte lei lo aveva detto: se in Sicilia non viene ricandidato Musumeci, salta ogni regola nelle altre Regioni, compresa la Lombardia. Forza Italia, area di appartenenza di Letizia Moratti, tanto per cambiare nicchia;  ma a dispetto delle dichiarazioni di Tajani, che vorrebbe rimandare a tempi migliori il totonomi lombardo, par difficile pensare che Moratti abbia agito in modo isolato ed estemporaneo. Certo a Berlusconi non conviene aprire un fronte di guerra interno con la Lega, ma chissà, in politica tutto può accadere e una Lega sempre più debole (tale sarebbe se non la spuntasse su Fontana) potrebbe far comodo a tutti.

Insomma, la febbre nel centrodestra è di nuovo alta e le divisioni che i protagonisti si sforzano di cacciare sotto il tappeto riemergono prepotentemente a ogni pie’ sospinto dando l’immagine di una Armata Brancaleone del tutto inadeguata a guidare il Paese. Se non si trovano d’accordo sulle poltrone, figuriamoci su eventuali punti di programma…

D’altra parte – come fanno notare dalle parti di via Bellerio – il nome di Letizia Moratti non scalda i cuori del centro destra ( invece Fontana li fa ardere!!), mentre invece attizza quello di Carlo Calenda che già qualche tempo fa ebbe a dire che la ex presidente RAI sarebbe un’ottima candidatura. Quindi? Tentativo di spacchettare il già autospacchettato centrodestra o ipotesi terzopolista per la Regione più importante d’italia? A chi era realmente diretto il messaggio della Moratti?

Domande cui le prossime settimane dovranno dare delle risposte, ma già ad oggi possiamo senz’altro confermare il quadro sconfortante offerto da questa continua disarmonia in cui affonda il centrodestra. Invero, la profonda e quotidiana  incoerenza che sussiste fra parole e fatti getta ombre inquietanti su un eventuale futuro governo condotto da questi signori. Da tempo, infatti, sosteniamo che il centrodestra unito non esiste in natura e, vista la posta in gioco- il futuro del Paese – mai come oggi è triste dover dire: avevamo ragione!