Ed ora è arrivato pure Vannacci il generale. A destra ci si moltiplica e divide, in un percorso che la più istituzionalizzata sinistra conosce da tempo. Certo Vannacci è una destra urticante, forse perché dice, in maniera chiara e netta, cose che molti nei bar già dicono da tempo e può diventare rappresentativo. Per cui la stessa destra, quella di Crosetto, la Meloni per ora non si esprime, gli dice no. Facendo un calembour Vannacci/Jannacci esce un no, tu no! Perché? Perché no! Perché in un momento di entrata a corte dell’Establishment conservatore, le parole pensate a destra, ma che non si possono scrivere, perché scripta manent, sono scomposte e sconvenienti. E poi basta, forse pensa la Meloni, e quanti siamo diventati? C’è Salvini, spesso più a destra di FdI, poi Forza Nuova e Casa Pound, c’è la destra euroscettica di Paragone, poi si è risvegliato il destrasociale Alemanno, che da settimane scorrazza in TV, Vannacci no, tu no.
Leggi anche: Il caso Vannacci e l’ipocrisia di Crosetto
Prima della Meloni la parola destra serviva solo per indicare la direzione del bagno in fondo, ora è una galassia, e non certo unità, tutt’altro. Ve le ricordate le liti tra Almirante e Rauti? Qua è peggio, nessuno legittima l’altro sull’usare la parola destra. Di fatto soffriremo a breve di strabismo di destra. Ah! Mi scordavo Filippo Rossi con la Buona Destra. No buona no, lo dicono sempre gli amici di sinistra che la destra ontologicamente non può essere buona, non scherziamo con le cose serie, ci manca solo Rossi e la sua Destra liberale e democratica. E poi cosa facciamo noi di FdI? Passiamo per DC, come si sostiene da tempo? Leviamo Almirante, Fini lo abbiamo già giubilato, e mettiamo Scelba?
Ora basta con questa destra! Cambiamo gioco, diamo a Cesa un ministero e ci chiamiamo Udc. Unione dei Cognati.