Il fronte liberale che si sta formando non può abbandonare Draghi. Questa nuova alleanza tra forze repubblicane, liberali e riformista deve superare gli egoismi personali e partitici e non può commettere l’errore di limitarsi a essere una coalizione “anti-Meloni”. L’unica strada per vincere e portare il paese fuori dalla crisi politica e sociale che sta attraversando, in un contesto internazionale definito dall’incertezza, è proseguire l’azione del Governo Draghi. Calenda lo ha capito, anche aprendo le porte di Azione alla destra gollista ed Europea e spostando il suo partito verso il centro per accogliere la destra. Adesso tocca al PD compiere un passo avanti.
Letta non può permettersi di correre da solo, ma non può nemmeno pensare che il peso relativo della sinistra italiana possa da solo garantirgli l’ingresso a Palazzo Chigi. Con l’ingresso di Filippo Rossi in Azione, la Buona Destra ha accettatto di assumersi le proprie responsabilità, rischiando il tutto e per tutto per il bene dell’Italia e accettando il compromesso. Ma se il desiderio espresso da Calenda è quello di avere finalmente una destra seria e responsabile in Italia, schiacciando il sovranismo e il nazionalismo etnico una volta per tutte, bisogna darle spazio. Il futuro auspicabile parlamento e il governo di responsabilità non può essere dominato dalla sinistra. Per questo la Buona Destra sostiene il nome di Draghi.