Zelensky che molla la Crimea è una fake news tutta italiana

Chi si chiede come sia possibile che l’Italia sia scesa così in basso nelle classifiche sulla libertà e la qualità dell’informazione, potrebbe ricevere una facile risposta nella recente (apparente) contrapposizione fra le dichiarazioni incrociate di Volodimyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, e Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO riguardo le ipotesi per un negoziato di pace fra Russia e Ucraina. Falsa – o per meglio dire falsata – contrapposizione scatenata da una errata traduzione dall’inglese delle due interviste, su cui buona parte della stampa italiana si è buttata a capofitto generando una vera e propria mistificazione della realtà.

Vediamo cosa è accaduto. Dai titoli e dagli articoli dei nostri media giunge la notizia che Zelensky, nella prospettiva di raggiungere la pace, avrebbe mostrato disponibilità alla cessione ufficiale della Crimea alla Russia, purché quest’ultima avesse interrotto le ostilità. A stretto giro di posta, sempre secondo le ricostruzioni dei media, sarebbe giunta la secca smentita della Nato per bocca del segretario Jens Stoltenberg il quale avrebbe affermato che “l’Alleanza non avrebbe mai accettato il riconoscimento ufficiale dell’annessione della Crimea”.

Letta così, molto chiara sembra la contrapposizione irriducibile delle rispettive posizioni. Zelensky nel ruolo del poliziotto buono e forse anche un po’ tonto che dopo 72 giorni di guerra è pronto a calarsi parzialmente le brache riconoscendo l’annessione del 2014, pur di farla finita; e la NATO, poliziotto cattivo che vuole portare tutto il mondo in guerra.
E giù, profluvi di titoli “La Nato gela Zelensky”, “Stoltenberg smentisce Zelensky” e via mistificando, dando subito linfa vitale agli avvelenatori di pozzi che, a suon di fake news, hanno ripreso con forza la loro martellante campagna finto-pacifista per la quale gli USA stanno combattendo una guerra per procura contro la Russia e che è la NATO a non volere la pace, non certo il buon vecchio Putin che invece non aspetterebbe altro.

Peccato tutto quanto riportato dai giornali sia completamente falso! Basta sentire l’intervista al leader ucraino in inglese per capire che Zelensky non ha affatto detto di essere disposto a sacrificare la Crimea (tantomeno il Donbass), né a consegnare su un piatto d’argento i territori del sud agli invasori. Egli infatti ha affermato che se si ritornasse all’assetto del 23 febbraio 2022, “potremmo iniziare a discutere normalmente con Mosca, e l’Ucraina potrebbe usare tutti i suoi canali diplomatici per riprendere il suo territorio”. Insomma, se non è l’opposto di quanto comparso su gran parte della stampa italiana, poco ci manca. Il leader ucraino ha semplicemente sostenuto ciò che sostiene da sempre. Che ogni base negoziale per una pace reale che voglia risolvere una volta per tutte le questioni russo-ucraine, non può che partire dalla fine delle ostilità e dal ritorno delle condizioni geopolitiche pre-invasione.

Insomma, cari russi, fermate la guerra e poi si discute! Chiaro no? Per qualcuno evidentemente no!

La mistificazione dei media nostrani ha investito anche la presunta risposta del segretario generale della Nato. Egli, infatti, intervistato dal tedesco Die Welt, nel ribadire l’appoggio incondizionato anche militare (seppur non diretto) dei membri dell’Alleanza all’Ucraina, paese sovrano illegittimamente invaso, nel far nuovamente presente l’importanza della deterrenza per evitare una escalation nel conflitto anche mediante il ricorso ad armi nucleari, sulla questione spinosa della proposta di pace ha detto una cosa semplice, quasi scontata. La Nato – dice Stoltenberg – ritiene necessario preservare l’Ucraina e il suo territorio entro i confini internazionalmente riconosciuti e quindi non potrà mai avallare l’annessione illegale della Crimea né tantomeno del Donbass (proprio perché sarebbero territori conquistati in violazione del diritto internazionale), ma, aggiunta non di poco conto, “alla fine, tuttavia, il governo ucraino e il popolo ucraino devono prendere decisioni sovrane su come può essere una soluzione di pace. Non possiamo farlo noi”. Quindi, se la logica conta ancora qualcosa in questo mondo impazzito, il segretario Stoltenberg ha giustamente e doverosamente riconosciuto all’Ucraina la piena legittimazione di negoziare la pace in tutti i modi che il paese sovrano riterrà opportuni, senza possibilità di intromissioni indebite dell’alleanza.

Anche qui siamo all’opposto di ciò che è stato riportato dai quasi tutti i media italiani! Evidentemente qualcuno si è lasciato ammaliare da una traduzione difettosa e capziosamente interessata, facendosi indirettamente veicolo di una cattiva informazione e di una mistificazione in chiave marcatamente antiamericana di quanto accaduto. Se sia stata ingenuità o malafede non potremo mai saperlo. Ma quel che è certo è che in una fase molto delicata come quella in cui siamo immersi, non è possibile avallare con simili ricostruzioni il populismo antiamericano che ancora esiste ed è forte tanto a destra quanto a sinistra e che costituisce un grave problema politico anche in Italia.

Chi ambisce a stare dalla parte giusta della storia non può accarezzare gli istinti più bassi della popolazione per qualche voto in più e, in questo quadro, la corretta informazione è un dovere morale e una responsabilità sociale.