Unione Europea? Sì, ma anche fiscale!

di Massimiliano Sammarco

Nella UE vige il principio della libera circolazione delle persone fisiche e giuridiche ed il loro corrispondente libero stabilimento.

Prima domanda: posso nel territorio UE costituire una società commerciale o di servizi liberamente ?
Risposta: sì.

Seconda domanda: posso concentrare tutte le vendite e la produzione in capo ad una società che distribuisce o che presta servizi su tutto il mercato UE?
Risposta: sì.

Terza domanda: posso costituire questa società commerciale- industriale nel paese della UE che mi dà più incentivi e vantaggi fiscali?
Risposta: sì.

Quindi una qualsiasi società commerciale residente in uno dei paesi della UE può operare in tutto il mercato europeo e stabilirsi in qualsiasi paese della UE.

Senza dare sempre la colpa agli imprenditori la UE dovrebbe pensare ad un sistema fiscale omogeneo tra tutti i suoi paesi ; ma non solo sulle imposte dirette sulle persone giuridiche ma anche, per esempio, con riferimento all’IVA e magari rivedendo anche il sistema dell’INTRASTAT.

In ogni caso l’Italia dovrebbe finalmente fare questa riforma tributaria ( progetto che come BD abbiamo già presentato ) e riportare le aliquote delle imposte a livelli normali. Con un fisco più umano e normale con aliquote dal 15% al 20% forse nessuno scapperebbe dal nostro bel paese ( in Irlanda in questo momento l’aliquota dell’imposta sulla società è al 12% )

E’ necessario sicuramente mettere ordine tra i principi fiscali della UE e dei singoli paesi, perché in caso contrario i cattivi saranno sempre gli imprenditori e le loro imprese che semplicemente approfittano delle condizioni ed incentivi migliori che offrono i vari paesi membri della UE.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando vediamo , per esempio, il sistema tributario olandese ( che si può anche leggere anche Irlanda , Lussemburgo e Malta ):

a) possiede un sistema per cui lo Stato può direttamente trattare la tassazione dei grandi gruppi che decidono di stabilirsi sul territorio olandese ( per questo ci sono tantissime multinazionali- l’elenco è lunghissimo- );

b) la BV è una società holding che secondo le norme interne non viene tassata sui dividendi e plusvalenze che riceve dalle sue partecipate ovunque residenti nel mondo;

c) negli anni 80 ,90 e parte del 2000 le Antille Olandesi sono state il terminal di arrivo di tutti i fondi , dividendi ,plusvalenze ,utili che provenivano dalla BV;

in altre parole si costituiva la BV , il socio della BV era una scatola vuota nelle Antille Olandesi cioè una società con titoli al portatore che venivano poi depositati in un trust ( sempre nelle Antille Olandesi ) con Benificial Owner ( ultimo proprietario ) del quale non si poteva conoscere mai l’identità . Dunque la BV riceveva i dividendi e le plusvalenze come detto nel punto b) non pagava imposte in Olanda e ridistribuiva i dividendi alla società nelle Antille Olandesi dove a sua volta non si pagavano imposte e quindi il Benificial Owner si creava la sua cassaforte locale e da li con lo stesso strumento poteva reinvestire in altre attività nel mondo;

d) a partire dalla metà degli anni 2000 ECOFIN ed UE hanno cominciato a stringere un po’ la mano su queste operazioni ma la trattativa segreta sulla tassazione delle multinazionali e la BV ( con l’esenzione sui dividendi e le plusvalenze ) sono ancora lì come in Lussemburgo , Malta ed Irlanda .

Per decenni quindi la ricchezza dell’Olanda&co si è basata sull’ essere un paradiso fiscale legalizzato nella UE !!!

Ma la colpa non è dell’Olanda&co ma della UE che non ha messo un freno a queste attività.

Attività che, come si vede, non sono solo nelle aliquote ; ma, ancora più importante e grave , in pratiche evasive previste da specifici accordi statali con i loro protettorati e non!

Allora o anche noi facciamo come l’Olanda& co ( ma questo è da escludere a priori ! ) oppure la UE deve capire che ci vuole una tassazione equa tra tutti i paesi; quindi una tassazione unica mediata e calcolata tra tutte le aliquote dei paesi della UE in modo da definitivamente eliminare la concorrenza fiscale sleale tra i paesi della UE e la messa al bando delle pratiche evasive attuate dall’Olanda& co !

Rimane in ogni caso chiaro che poi ogni paese della UE , una volta realizzata questa grande rivoluzione fiscale europea, avrà sempre la propria autonomia per decidere una normativa fiscale conveniente per incentivare gli investimenti stranieri nel proprio paese ; ma sempre nel marco giuridico-tributario deciso e delineato dalla UE ( così come previsto nella nostra riforma tributaria ).

Altro punto fondamentale : le nostre imprese non avranno la necessità di andare all’estero per svolgere la loro attività.