Sasha

Una lettera tutta da leggere: “Papà ho capito cosa è la guerra…”

«Papà, ho visto da vicino cos’è la guerra. l’ho vista negli occhi di Sasha e di sua madre e mi sono sentita piccola piccola… Pensavo che il mio dolore fosse il più grande di tutti ma poi il sorriso di questa bambina con un arto amputato, scampata alla guerra, orfana del padre e priva di ogni cosa, mi ha fatto comprendere che il mio dolore è nulla rispetto al suo». Comincia così la lettera di Martina, ragazzina di 14 anni, che divide la stanza dell’ospedale con Sasha, la bambina ucraina che ha perso un braccio mentre scappava con la famiglia dalla guerra. La piccola era ad Irpin, alle porte di Kiev, quando un carro armato russo ha aperto il fuoco contro l’auto su cui viaggiava con i suoi. Il compagno della madre ne è rimasto ucciso, lei gravemente ferita.

Martina è invece una liceale italiana ricoverata al Bambino Gesù di Roma per un delicato intervento alla gamba. Dopo aver incontrato Sasha, la giovane ha deciso di scrivere a suo padre una commovente lettera, pubblicata dal «Corriere della Sera»: «Pensa, papà, quando lei sente l’allarme di segnalazione della macchinetta di monitoraggio che mi hanno applicato, e anche quando sente il campanello di chiamata dei pazienti, scappa in bagno per paura. Nella sua testa c’è sempre l’allarme del bombardamento…».

 «Non posso credere che esistano tanta cattiveria e tanta sofferenza nel mondo. La guerra in televisione ti sembra lontana finché non la vedi con chi l’ha vissuta in prima persona. Mi ha lasciato senza parole la sua paura…», si legge sempre nella missiva. La vicinanza a Sasha ha cambiato Martina. Lei lo spiega chiaramente: «Oggi ho colorato tanto con lei, abbiamo comunicato con i traduttori dei cellulari e, per un attimo, il dolore dell’operazione è passato. Dopo averla incontrata ho realizzato di essere davvero fortunata. Io posso contare su una famiglia al completo, mi sento protetta dal tuo caloroso abbraccio, ho una casa e degli amici e vivo in un Paese di pace. Ho vissuto il giorno della mia seconda operazione come un giorno difficile. Ma solo perché non ho considerato chi stava peggio di me…».

E parlerà di Sasha anche ai suoi compagni di classe: «Dirò loro quanta sofferenza comporta e come distrugge la vita delle persone e come ha distrutto i sogni di una bambina bellissima e dolcissima. Appena sono riuscita a comunicare con lei le ho fatto un disegno e le ho scritto che i medici qui sono bravi e non deve preoccuparsi dell’intervento, perché di sicuro andrà bene. Le ho scritto che è bellissima e che dopo, sicuramente, lo sarà ancora di più. Che tutte le cose brutte sono passate e che la sua vita sarà bella e serena, anche perché ha accanto una madre forte che la seguirà passo passo». Ora la bimba ucraina si prepara a subire un’operazione per preparare l’arto alla protesi: «Papà, mi hai promesso di aiutare Sasha. Lei deve poter avere le stesse cose che ho avuto io. Promettimi: non lasciamole sole, lei e sua madre». La piccola aveva chiesto in regalo nei giorni scorsi un braccio artificiale con i fiori. La famiglia di Martina ha già aperto un fondo per Sasha, mentre un amico ha lanciato una campagna di solidarietà.