Draghi

Toti: “Draghi senza se e senza ma, torni a bordo per il bene del Paese”

 «Figuriamoci se non sarei felice io di un governo Draghi, che finalmente mette alla porta il Movimento 5 Stelle. Però dico anche che la politica ha le sue priorità e in questo momento la priorità è dare un governo al Paese e che sia Draghi senza se e senza ma. Precipitare il Paese in una crisi sarebbe una catastrofe». Sono queste le parole del governatore della Liguria e leader di “Italia al centro” Giovanni Toti, sostenitore di Draghi sin dalla prima ora. Lo scorso sabato era stato proprio lui a rivolgere un appello ai sui colleghi presidenti di regione, perché si schierassero per la conferma dell’attuale premier: «La maggior parte degli amministratori di territorio, come i cittadini che incontro per la strada, la pensa come me». 

A proposito del centrodestra, Toti ha dichiarato: «Giorgia Meloni è l’unica che ha titolo per mantenere la sua coerente linea di opposizione, peraltro con posizioni in politica estera più vicine a quelle del governo Draghi rispetto ad altri che sono dentro l’esecutivo. Per tutti gli altri questo non vale, tanto più che stiamo ragionando di anticipare il fine legislatura di sei-otto mesi». A chi dice “basta Draghi con questa maggioranza”, il governatore si sente di rispondere: «Credo che nessuno sia più titolato di me ad auspicare la fine definitiva di un movimento che ha fatto più danni che le piaghe di Egitto, però la priorità è andare avanti con questo governo, con la sua agenda, le sue priorità, il suo posizionamento internazionale, la sua credibilità sui mercati in Europa. Quindi deciderà Draghi sentito Mattarella, con quale geometria e con quali alleanze intenda proseguire, ma i partiti che oggi hanno senso di responsabilità, devono avere una sola parola d’ordine, ovvero Draghi torni a bordo e i nostri voti ci saranno senza se e senza ma».

Come ne uscirà il centrodestra da questa situazione di instabilità? «È un po’ che non sento i principali protagonisti del centrodestra; noi siamo arrivati ieri sulla scena ma abbiamo chiarito subito i nostri metri di valutazione, che sono quelli che in caso di elezioni ci guideranno nella scelta dei compagni di viaggio. Credo che il bipolarismo sia finito, e oggi la prima divisione nel Paese e tra un polo della responsabilità contro la banda dell’irresponsabilità, che senza dubbio è guidata dal M5s; ma io ritengo egualmente irresponsabile chi oggi dice Draghi sì ma a condizione che espella il M5S, ma anche chi dice Draghi sì ma solo se tiene dentro i 5 stelle. Il Pd è sicuro di volere una legge elettorale, quella attuale, in cui suoi elettori dovranno votare un senatore grillino che magari ha non ha dato fiducia a Draghi?». E il prezzo per una fine anticipata della legislatura sarebbe altissimo per gli Italiani: «Abbiamo di fronte la seconda tranche di riforme del Pnrr, tutto il dialogo con gli enti locali che entro fine anno devono finire la progettazione degli investimenti programmati. Abbiamo davanti un aumento dei prezzi che rischia di bloccare i cantieri prima che partano, vedi la Diga di Genova su cui questo governo ha dato ampie garanzie di copertura extra costi, ed è solo un esempio, ma senza Legge di Stabilità che ne sarà?». 

«Il centrodestra che è uscito sconfitto dalle elezioni amministrative, e che ha raccolto qualcosa in questa tornata ultima, ad esempio nella mia Liguria, ma solo grazie alla forza di movimenti locali civici, è sicuro che l’ordalìa elettorale gli garantirebbe la vittoria? E poi riuscirebbe ad avere un programma comune assumendosi le gigantesche responsabilità che si assume Draghi? Chi andrà al governo dovrà continuare le liberalizzazioni che riempiono le piazze, avere la credibilità internazionale per garantire che lo spread non diventi insostenibile e assicurare ai nostri alleati internazionali che continui il sostegno all’Ucraina. Le elezioni che tanti oggi auspicano, non solo vanno vinte, cosa non scontata, ma poi devono produrre un governo stabile, coerente, in grado di affrontare problemi complessi», le conclusioni di Toti.