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Superbonus 110 è una legge nata con lo scopo di far rinascere l’edilizia, di far ripartire l’economia, riqualificare un patrimonio immobiliare vetusto ed energivoro. Siamo tutti d’accordo che la sua emanazione andasse migliorata, analizzata, affinata, visto che una minima parte degli addetti ai lavori hanno frodato lo Stato e di conseguenza i cittadini.
Un report della camera dei Deputati, aggiornato a marzo di quest’anno, stima opere per 33,7 mld di cui interventi già realizzati intorno al 70%. Le frodi sono state di circa 4 mld di cui 2.3 sono stati recuperati come spiega il Corriere della Sera del 14 marzo. Va inoltre sottolineato che il 51% delle frodi hanno riguardato il bonus facciate dove sin dall’inizio la legge è stata inspiegabilmente larga e senza limitazioni. Il risultato è che su una legge con grandi potenzialità di rilancio del settore più trainante di ogni economia, vi sono stati un 5% di frodi dettate prevalentemente dalla mancanza di controlli da parte dell’Agenzia dell’Entrate e da una legge non adeguatamente formulata su una parte di interventi. E invece no, tutto sta per essere distrutto perché a qualcuno non piace.
Un’idea geniale si sta trasformando in una catastrofe per un intero settore, una catastrofe per tutti quelli che ci hanno creduto: italiani, imprenditori, tecnici. A partire da novembre del 2021 cinque DL in altrettanti mesi hanno distrutto un comparto ed affossato migliaia di imprese che hanno operato nelle regole dettate dallo Stato. Regole spesso anche retroattive che hanno inchiodato il mondo dei crediti con il risultato portato da studio della CNA di circa 33mila imprese a rischio fallimento.
Ma la cosa in assoluto più triste della vicenda è il totale silenzio di questi mesi dove le poche notizie apparse erano per lo più lontane dalla realtà, per rabbonire i cittadini e dare una visione e versione assolutamente distorta. Lampante l’esempio sui prezzi dei materiali, che è vero sono aumentati, come del resto in tutta Europa e come del resto quasi tutto nella vita quotidiana. Ma se l’aumento è stato oltremodo smisurato la vera causa va addebitata alla speculazione derivante dal poco tempo dato sin dall’inizio per l’esecuzione delle opere, creando una “domanda” a cui aziende e materiali non potevano dare adeguato riscontro e quindi inevitabilmente si è arrivati ad un innalzamento dei prezzi.
Non è assolutamente detto che ci sarà la possibilità di salvare il comparto e con esso migliaia di imprese ed addetti ai lavori, ma se una possibilità c’è credo fermamente sia legata a far sentire la voce di tutti e non solo degli addetti ai lavori, perché alla fine in varie forme siamo tutti attori non protagonisti, manovrati dalla follia di un Governo patricentrico primo responsabile.
* di Gianluca Bulzomi, imprenditore edile