Mario Draghi il protezionista. Di comodo, si dirà, ma intanto il premier ha utilizzato per quinta volta il golden power, come riporta Il Foglio, per impedire ai russi di Rusatom GasTech – società controllata dal Cremlino che si occupa di nucleare ma anche di rinnovabili – l’acquisto della società friulana Faber Industries spa, tra le più importanti produttrici di bombole e stoccaggi per l’idrogeno. L’operazione, da 150 milioni di euro, avrebbe pertanto visto il passaggio totale delle azioni dalla famiglia Toffolutti alla Rusatom, che avrebbe consentito a Putin di mettere le mani sugli impianti di Cividale e Castelfranco Veneto. Un messaggio chiaro da Super Mario a Putin, se consideriamo che per il settore idrogeno sono stati assegnati 9 miliardi di euro dal Pnnr.
Draghi ha utilizzato il potere eccezionale per la tutela dei settori strategici nazionali, comunicandolo alle Camere il primo giugno scorso: è la prima volta che il golden power viene usato per bloccare l’acquisizione di un’azienda, eccellenza italiana in un comparto essenziale per lo sviluppo del Paese, da parte dei russi. Nelle quattro precedenti occasioni era stato utilizzato per inibire l’interesse per imprese italiane da parte di aziende facenti capo al governo cinese.