La Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti ha presentato questa settimana, in Consiglio dei Ministri, la nuova “Strategia nazionale LGBT+ 2022-2025“. Il piano, varato dall’ormai uscente governo Draghi, prevede tutta una serie di iniziative “vincolanti” da portare a compimento nel corso dei prossimi tre anni, in accordo con la Strategia europea per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ per il quinquennio che si concluderà nel 2025. L’impressione è che l’esecutivo guidato dell’ex numero uno della Bce abbia voluto mettere le mani avanti per contrastare, almeno a livello legislativo, eventuali derive estremiste di chi siederà a Palazzo Chigi.
La Strategia nazionale, in coerenza con la prima Strategia europea per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020 – 2025, è stata elaborata attraverso un processo di condivisione e dialogo con le associazioni componenti del Tavolo di consultazione permanente per la promozione dei diritti e la tutela delle persone LGBT+, con le istituzioni a livello centrale, regionale e locale a vario titolo coinvolte e con tutti gli stakeholders, secondo un modello di governance multilivello. Il processo ha visto coinvolti la Cabina di Regia politica, presieduta dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia, e il Tavolo tecnico coordinato dall’UNAR con i rappresentanti delle istituzioni, finalizzato alla collaborazione e condivisione degli obiettivi della Strategia e ad una sinergia operativa per programmare iniziative comuni negli specifici ambiti di interesse.
Come si legge sull’Unar (ufficio nazionale anti discriminazioni razziali) sei le priorità: Lavoro e Welfare, Sicurezza,Salute, Educazione/Formazione/Sport, Cultura/Comunicazione/Media, Data base/Monitoraggio/Valutazione. “È un passaggio importante frutto di un lavoro condiviso tra regioni, comuni e associazioni. È una strategia nel solco di quella europea a tutela dei diritti e della dignità della persona. Poca ideologia e tanta concretezza”, ha detto la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti ad Agorá. “Mi auguro che il nuovo governo accolga questa eredità, il Piano nazionale infanzia e adolescenza, il contrasto alla violenza sulle donne, il contrasto alla pedofilia, il piano per la parità di genere. Non è che si riparte da zero, il Paese ha fatto passi avanti condivisi, bisogna essere all’altezza”, ha aggiunto.
Come hanno reagito FdI, Lega e Forza Italia? Beh, sui diritti civili le posizioni dell’estrema destra italiana non sono, come dire, di ‘apertura’, anzi. La futura premier Giorgia Meloni in campagna elettorale aveva sottolineato, per rassicurare in particolare sulla questione dell’aborto e dei diritti delle persone Lgbt+, che “non si toccano i diritti acquisiti”. Per il resto? Beh, l’approvazione della “strategia nazionale Lgbt+” è stata vista dal partito come uno sgarbo da parte del governo Draghi. A dirlo chiaramente Eugenia Roccella, deputata di FdI, ma soprattutto portavoce dei Family Day: “Non si possono prendere impegni per il governo successivo”. La stessa ha annunciato che la prossima maggioranza di centrodestra in Parlamento “è pronta a riprendere in mano tutto da capo. Con la nostra linea”. La senatrice Isabella Rauti, responsabile delle Pari opportunità in Fratelli d’Italia, ha dichiarato: “Giudico grave che il governo uscente presenti una strategia nazionale pluriennale alla vigilia della nascita di nuovo esecutivo e di un nuovo Parlamento”.