Strage di civili in un centro commerciale pieno di gente. E’ accaduto a Kremenchuk, nella regione di Poltava sulle rive del fiume Dnipro, nell’Ucraina centrale: oltre mille persone stavano facendo acquisti all’interno dell’Amstor, 300 metri dalla stazione ferroviaria, quando due missili russi lo hanno centrato, provocando almeno 18 morti e oltre 50 feriti, di cui 6 in condizioni gravi. Trentasei sono le persone che risultano disperse.
L’agenzia ucraina cita il capo dell’amministrazione militare regionale di Poltava Dmytro Lunin. “Purtroppo, al momento – ha affermato su Telegram – 18 persone risultano uccise nell’attacco missilistico russo. Un totale di 36 persone risultavano disperse. Oltre mille i socorritori, al lavoro tutta la notte. Altrettanti i civili nel mall al momento dell’attacco.
Secondo le prime ricostruzioni dell’esercito di Kiev, l’attacco è stato compiuto con due missili a lungo raggio Kh-22 sparati dalla regione russa di Kursk da bombardieri Tu-22M3, decollati dalla base di Shaykovka. L’obiettivo colpito non costituiva un “pericolo per l’esercito russo” e non aveva “nessun valore strategico”, ha denunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui l’attacco ha preso deliberatamente di mira “il tentativo delle persone di vivere una vita normale, che fa arrabbiare così tanto gli occupanti”. Per il governatore Dmytro Lunin “è un altro crimine di guerra russo. “Condanniamo solennemente l’abominevole attacco a un centro commerciale a Kremenchuk. Siamo uniti all’Ucraina nel piangere le vittime innocenti di questo attacco brutale. Gli attacchi indiscriminati a civili innocenti costituiscono un crimine di guerra. Il presidente russo Putin e i responsabili saranno tenuti a renderne conto”. È quanto si legge in una dichiarazione dei leader del G7.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky denuncia come un “atto terroristico spudorato” il raid russo. Un crimine contro l’umanità. Un chiaro e cinico atto di terrore contro la popolazione civile”. Immediata è giunta anche la condanna internazionale. Dal G7, il premier britannico Boris Johnson ha puntato il dito contro “la profondità della crudeltà e della barbarie” di Vladimir Putin mentre il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha detto che “il mondo è inorridito”. Non è la prima volta che Kremenchuk viene colpita dall’inizio del conflitto.
“Le continue consegne di armi da Washington a Kiev – dice intanto l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov, secondo quanto riporta la Tass – non fanno altro che inasprire la spirale del conflitto e aumentare la minaccia di un ulteriore aggravamento con conseguenze imprevedibili”. “L’inondazione sconsiderata e senza risposta di armi in Ucraina non fa che stringere la spirale del conflitto e aumenta la minaccia di un’ulteriore escalation con conseguenze imprevedibili”, ha affermato il canale Telegram dell’ambasciata russa. “Tuttavia, i circoli dirigenti di Washington, accecati dall’idea di indebolire la Russia, non sono ancora in grado di valutare razionalmente e nel suo complesso la pericolosità delle loro mosse”, ha aggiunto Antonov. “L’amministrazione aumenta le forniture di armi a Kiev – aggiunge la nota -. Se in precedenza fornivano MPADS e ATGM, ora tocca all’artiglieria pesante, all’MLRS e, a quanto pare, ai sistemi di difesa aerea”, ha osservato. Il diplomatico ha sottolineato che, inoltre, gli Stati Uniti condividono i dati dell’intelligence con la parte ucraina e si consultano su “come agire sul campo di battaglia”. “Essenzialmente, con le loro mosse provocatorie, gli Stati Uniti stanno spingendo il regime di Kiev a commettere omicidi di massa di civili. Inoltre, qui stanno condonando il continuo dispiegamento di mercenari statunitensi in Ucraina”, ha aggiunto. “Una tale politica crea rischi aggiuntivi nelle relazioni tra le maggiori potenze nucleari”, ha sottolineato l’ambasciatore.
Dopo oltre quattro mesi di guerra, intanto, in Ucraina le stragi continuano a emergere anche a distanza di tempo sotto la coltre della devastazione. A Mariupol, ormai da più di un mese definitivamente sotto il controllo di Mosca dopo la caduta anche dell’acciaieria Azovstal, dove i filorussi hanno detto di aver trovato finora i corpi di 172 soldati ucraini, più di 100 cadaveri sono stati scoperti sotto le macerie di “una casa distrutta dall’esplosione di una bomba” nel distretto di Livoberezhny, secondo il consigliere del sindaco Petro Andryushchenko.
“I cadaveri – ha denunciato – sono ancora sotto le macerie. Gli occupanti non hanno intenzione di seppellirli”. Nella città portuale sul Mar d’Azov, dove secondo Kiev più del 95% degli edifici sono stati distrutti, le decine di migliaia di abitanti rimasti vivono così in condizioni sempre più drammatiche anche sul piano igienico-sanitario, con rischi di epidemie che si moltiplicano. Sul fronte del Donbass, dopo la caduta di Severodonetsk, i russi continuano l’offensiva sulla città gemella Lysychansk. Un’avanzata sempre più minacciosa che ha spinto il governatore regionale del Lugansk Serhiy Gaidai a invitare la popolazione a una “evacuazione immediata” finché è ancora possibile. “La situazione in città è molto difficile. Salvate voi stessi e i vostri cari”, è stato il suo appello. Gli attacchi proseguono incessanti anche nel resto del Paese. Almeno 12 insediamenti nella regione di Donetsk sono stati presi di mira in 24 ore, distruggendo 20 strutture civili e ferendo un bambino di 10 anni. Nuovamente colpita Sloviansk, dove il sindaco ha denunciato raid con bombe a grappolo che hanno provocato un morto e tre feriti. A Kharkiv, almeno 4 civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti a causa dei bombardamenti, che hanno colpito anche il cortile di una scuola. Intanto, lo Stato maggiore ucraino ha rilanciato l’allarme sul coinvolgimento della Bielorussia nel conflitto. Minsk sarebbe pronta a inviare 20 vagoni ferroviari carichi di munizioni nella regione russa di Belgorod, alla frontiera orientale dell’Ucraina, ma starebbe anche preparando attacchi missilistici dal suo territorio di confine.
La Russia, è chiaro, rappresenta un pericolo per tutte le democrazie e i paesi amanti della pace nel mondo. La Russia di Putin fa la guerra bombardando ospedali, case e scuole. Fa la guerra stuprando donne e bambini, uccidendo indiscriminatamente, torturando i prigionieri e distruggendo sistematicamente infrastrutture e abitazioni civili. Queste azioni rappresentano un vero e proprio ricatto di stampo mafioso su scala mondiale: la Russia minaccia e poi distrugge e uccide se non si cede al suo ricatto. Esattamente come fanno le organizzazioni criminali di stampo mafioso. Solo ritenendo la Russia responsabile dei suoi orribili crimini possiamo proteggere l’Ucraina e riportare la pace.