Stato e politica hanno perso: la mafia esiste ancora

A Palermo la mafia ancora esiste. Lo dimostrano gli arresti di questi giorni. È abbastanza anziana, in tutti i sensi, ma esiste. Non ha il giro di affari di quarant’anni fa, non controlla più il traffico degli stupefacenti, ormai soppiantata da Camorra ma soprattutto ‘Ndrangheta. La forza della repressione dello Stato, le leggi sugli appalti, l’Anac, l’hanno mortificata sulle commesse pubbliche. Ormai buona parte della manovalanza delle cosche si prende, con infima dignità, il reddito di cittadinanza, perché con la crisi economica che c’è, il racket ha casse esangui.

Quello che preoccupa enormemente è invece la mafiosaggine, crasi tra mafia e stupidaggine. E come se per la pressione, ma soprattutto per la scarsa azione culturale e sociale, la mafia si fosse spalmata come una Nutella, o meglio come una montagna di merda, sul territorio, come modo di pensare, come soluzione per risolvere problemi individuali. Qua non sono i boss che cercano i politici, ma i politici – particolarmente quelli “babbi”, e per questo pericolosi, sembrano innocui – che cercano la mafia per raggiungere il risultato dell’elezione. Come quando ci si va a raccomandare per un concorso. Ovviamente è stupidaggine, perché le nuove tecnologie hanno fatto un salto in avanti mostruoso e c’è un trojan per tutti.

Ma non c’è solo voto di scambio, chiunque per ottenere un diritto, in cui i diritti sono solo virtuali, cerca scorciatoie. Oppure vuole solo sopraffare l’altro. È mafiosaggine pure parcheggiare in seconda fila e rispondere in maniera arrogante a chi si lamenta. È mafiosaggine salire sui famosi tram e non pagare il biglietto, tanto è una mancia perché si è periferici, e se l’autista si lamenta aggredirlo.

Ovviamente ci sarà la polemica sui tempi delle inchieste, sull’orologeria, ma era statisticamente logico che se fai venti liste, praticamente una Lottomatica, con 800 candidati, raschi il fondo del barile dove trovi la sanza. Questa non è politica è solo competizione di un sistema, che si è rincretinito, che non da soluzioni, ma genera problemi e non gestione amministrativa. Falcone e Borsellino hanno vinto, loro erano deputati a sconfiggere l’organizzazione mafiosa. Ma lo Stato, la società palermitana, la politica, il famoso cambio culturale da alcuni millantato, tutti hanno perso.

Abbiamo trasformato la mafia in mafiosaggine.