E Giorgia Meloni si riscoprì filo atlantista. Almeno a parole, la leader di Fratelli d’Italia sta dalla parte della Nato. “Dal Msi a oggi la destra è sempre stata atlantista – dice IoSonoGiorgia -. FdI ha sempre avuto a cuore le alleanze ma anche la difesa interesse nazionale. Quando arriva un conflitto ti devi schierare ed è giusto che l’Italia sia compatta”. Bene, brava, posizione inattaccabile. Se non si trattasse solo di parole, mirate a ingannare come sempre l’opinione pubblica.
Così come il neo pacifismo interessato di Matteo Salvini non convince neanche un po’ – e infatti ci ha pensato un sindaco polacco a mettere il leader della Lega al suo posto sbugiardandolo in mondovisione -, la Meloni paladina del fronte atlantista non si può proprio sentire, soprattutto quando poi da un parte strizza l’occhio all’Alleanza Atlantica e dall’altra si congratula per la rielezione di Orbàn, il leader più putiniano e più illiberale dell’Europa. Lo stesso Orbán, fresco di rielezione, che, suddito di Vladimir Putin, alla faccia del sovranismo!, ha affermato che pagherà le forniture di gas russo in rubli, spezzando il fronte europeo contrario a piegarsi al ricatto dell’assassino del Cremlino, responsabile del genocidio in Ucraina.
“Ho suggerito che Putin, il presidente ucraino, il presidente francese e il cancelliere tedesco tengano un incontro qui a Budapest, prima è meglio è – ha detto Orban -. Non dovrebbe essere un negoziato di pace e non un accordo di pace, perché ci vuole più tempo, ma un accordo di cessate il fuoco immediato”. Appena rieletto alla guida dell’Ungheria, con le gratulazioni di Putin, Salvini e Meloni (questo dovrebbe dirla lunga sulla svola atlantista di IoSonoGiorgia), il leader nazionalista di Fidesz e il più stretto alleato di Putin in seno all’Unione Europea, ha ribadito il rifiuto ungherese a fornire armi all’Ucraina e a consentire il loro trasporto attraverso il confine tra Ungheria e Ucraina stessa, schierandosi chiaramente contr le sanzioni UE alla Russia. E ha ceduto sul ricatto dei pagamenti: “Rispetteremo le richieste russe – ha spiegato Orban, assoggettandosi al Cremlino, unico in tutta Europa – di pagare in rubli le importazioni di gas naturale”.
Ecco, la “atlantista” Meloni da un lato si schiera con la Nato, dall’altro celebra la rielezione di Orban che però butta a mare il sovranismo in nome della sudditanza a Putin.