Soldati russi a Chernobyl, siamo stati a un passo dalla catastrofe

Un resoconto a dir poco sconcertante arriva da Chernobyl, la centrale teatro nel 1986 del più grave disastro nucleare civile della storia, è stata occupata dalle truppe russe nelle primissime ore dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina. L’esercito di Mosca si è ritirato solo alcuni giorni fa.

Nelle scorse ore la centrale è stata raggiunta da diversi media occidentali – Bbc alla Cnn, al New York Times – che hanno raccontato l’assoluta carenza di regole di sicurezza messa in atto dai militari russi.

E’ emerso ad esempio, come alcuni soldati avessero scavato trincee nella Foresta Rossa, una delle aree più contaminate intorno alla centrale, dove è vietato non solo scavare — visto che il terreno è altamente contaminato — ma anche passare senza protezioni. Secondo il ministro dell’Energia ucraino, German Galushchenko, le cui parole sono state riferite su Twitter dal ministero della Difesa di Kiev, i soldati russi che hanno scavato quelle trincee «hanno non più di un anno di vita».

In un gesto sconsiderato, riferito dal New York Times, un soldato russo ha trattato a mani nude una fonte radioattiva — una fonte di cobalto-60 — presente in uno dei depositi di rifiuti nucleari, «esponendosi a un livello di radiazioni tali, in pochi secondi, che il contatore Geiger è impazzito», secondo quanto riferito dall’ingegnere responsabile della sicurezza della centrale.

Durante l’occupazione russa i dipendenti della centrale nucleare di Chernobyl si sono trovati anche a rubare il carburante agli occupanti per evitare che si spegnesse l’elettricità: «Senza energia elettrica, la situazione sarebbe diventata catastrofica», spiega alla Bbc Oleksandr Lobada, supervisore della sicurezza, «perché avrebbe potuto essere rilasciato del materiale radioattivo».