Sogni infranti: pacifisti italiani a corto di idee dopo il rifiuto russo

Sembra che l’approccio diplomatico cristiano proposto dal Cardinale Zuppi sia stato scartato dal Cremlino come un vecchio calzino. Shock! Cosa diranno ora i nostri “Putinofili” italiani, che per mesi hanno insistito che l’Occidente stava sabotando i colloqui di pace? Sarà che hanno frainteso la situazione fin dall’inizio?

E allora, cari pseudo-pacifisti, continueremo a sognare di trattare con l’indiscusso Zar di tutte le Russie? Mentre il povero Alessandro Orsini prosegue i suoi monologhi che ormai stancano il pubblico di Bianca Berlinguer, cosa diranno Landini, Travaglio, Ovadia, Conte e Schlein? Ora che il Cardinale Zuppi, come prevedibile, torna senza nulla in mano e Dmitrij Peskov, il portavoce del Cremlino, afferma senza mezzi termini che “non ci sono decisioni specifiche o accordi”, che cosa pensano che dovremmo fare, i nostri santi pacifisti da salotto?

Putin al crepuscolo: l’Inevitabile declino di un leader

Dmitrij Sergeevič Peskov, portavoce del presidente della Russia Vladimir Putin

Da più di un anno, dall’epoca infausta in cui i carri armati russi invasero l’Ucraina, Nicola Fratoianni e compagnia ci hanno martellato le orecchie con la richiesta di “un maggiore protagonismo europeo” per una “pace giusta” o “equilibrata”. Eppure l’Occidente ha compreso subito che non c’erano alternative al sostegno a Kijiv sotto forma di aiuti militari, economici, politici e morali. Oggi Peskov ci conferma – sfortunatamente – che non esistono possibilità di negoziato.

Ricordate la manifestazione del 5 novembre 2022 a San Giovanni? È stato richiesto un negoziato e “la riduzione delle spese militari e l’eliminazione delle armi nucleari a favore di investimenti per combattere le povertà”, come ha dichiarato Landini. Giuseppe Conte, da mesi, accumula consensi con la retorica del “meno spese militari, più lavoro”, quando gli ucraini hanno bisogno di armi e informazioni.

La Comunità di Sant’Egidio e altri elementi influenti del mondo cattolico si sono distinti nel tentativo di smussare l’immagine del presidente Zelensky. E non dimentichiamo che il Cardinale Zuppi è un ammiratore del loro approccio. Ma dopo che ha tentato di bussare alla porta della Russia e ne è stato invitato a uscire, possiamo solo chiederci se questa sia una batosta per il Vaticano, se avesse troppa fiducia in una missione impossibile, o se era consapevole del buco nero in cui si stava avventurando.

In ogni caso, sembra che sia giunto il momento per i pacifisti anti-ucraini di fare un passo indietro e riflettere, dato che a questo punto sembrano essersi esaurite le opzioni.