Sicilia Apocalipse Now: la situazione dei trasporti nell’isola

Non ci riferiamo al famosissimo film ma alla situazione dei trasporti nell’isola.
Tra strade interrotte, porti sottoutilizzati, treni a scartamento ridotto, viaggiare nell’isola è più o meno uguale a 50 anni fa, quando uscì il capolavoro di Francis Ford Coppola, o forse peggio.

Allora il mitico colonnello Kilgore atterrava in elicottero in una zona devastata da incendi al napalm.

Ai tempi odierni, tentando di assomigliargli, ripete la scena Il colonnello Schifani, il quale sbarca all’aeroporto di Catania per tentare di normalizzare la zona di guerra etnea. È fondamentalmente una guerra tra l’Atlantico Renato e i vietcong della destra catanese, cominciando per Urso e finendo a Trantino.

Normalizzare, “tuttapposto”, sembra il mantra del governo attuale, che pur non ereditando la pandemia è sommerso dalle innumerevoli emergenze non affrontate.
Certo arrivare in elicottero ancor di più accentua il distacco tra i normali viaggiatori, di quella Parigi-Dakar che è la Sicilia, e le istituzioni, che così danno l’impressione di non voler vivere i disagi dei cittadini comuni. Tutto questo non da, per ossimoro d’immagine, un senso di normalità, ma invece di eccezionalità. Perché Schifani viene in elicottero? Perché ha fretta prima di partire per un importante missione in Niger? Perché ha trovato come rendicontare i fondi europei persi dal governo precedente? O semplicemente perché non si accolla di percorrere in auto, seppur blu, quella Via Crucis che è la Palermo-Catania?

Sarebbe stato molto compassionevole, e comprensivo dei disagi dei viaggiatori, se si fosse recato all’aeroporto etneo in treno. Avrebbe scoperto la differenza tra alta velocità ed alta incapacità. Solo questa può essere definita una gestione che negli ultimi 7 anni è riuscita a portare il treno tra i due capoluoghi da 2h e 47m ad oltre tre ore e passa. Invece di andare più veloce noi siciliani rallentiamo, la globalizzazione ci è estranea, a che serve tutta sta velocità? Tanto non abbiamo nulla da fare, si sa, noi siciliani siamo pigri ed indolenti, come ci descrivono i luoghi comuni. La Sicilia ha una profonda carenza di mezzi di soccorso, sanitario e antincendio, usare per un sopralluogo un elicottero da impressione di spreco delle scarse risorse. Bastava alzarsi alle 5 e viaggiare in auto, arrivando un po’ stanco e disagiato. Questo avrebbe creato un empatia con gli altri disagiati. Noi siciliani.