Mattarella

Se non rispettate la Costituzione risparmiateci gli applausi a Mattarella

La retorica da “volemose bene” delle reazioni al discorso per il nuovo anno del Presidente della Repubblica è durata giusto l’ultimo piatto riscaldato di zampone e lenticchie.

Del resto ha ragione Carlo Calenda, quando diceva che fosse sincera la condivisione delle parole di Mattarella, la dialettica politica in Italia si sposterebbe sul merito dei problemi, non su divisioni pseudo ideologiche e opposti populismi che si legittimano a vicenda. Ma si dovrebbe tornare all’agenda Draghi, cioè a un approccio laico nel metodo e nelle priorità delle questioni e a questo la maggioranza della società italiana in tutte le sue articolazioni, politica compresa, non è pronta.

E allora succede che l’anno si apre col richiamo del Presidente Mattarella al governo per la scelta di prorogare le concessioni balneari in contrasto al diritto europeo e alle sentenze della Corte Costituzionale e le conseguenti levate di scudi degli anti europeisti al governo, che sproloquiano di libertà.

Sconfortante e significativa la violenta reazione corporativa dell’associazione di categoria di Confindustria contro il Quirinale (“…si occupasse di altro”) e di Salvini, imbarazzante nella sua propaganda populista.

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Compito della politica dovrebbe essere quello di assolvere ai principi che la Costituzione afferma e su cui ha prestato giuramento di fedeltà. Evidentemente molti, troppi dimenticano. Inutile qui ricordare diritti e doveri, individuali e sociali, su cui si fonda la Repubblica, ruoli e finalità che dovrebbero adempiere i poteri dello Stato.

Quindi gli applausi a Mattarella il prossimo anno risparmiateceli, servono solo ad assolvervi e a perpetrare una commedia che non fa più ridere.

Noi ci impegneremo insieme a altri per rispondere a quello che è stato scritto settantasei anni fa nella Carta degli italiani. Questo fa una destra patriottica.