Caso Verdini: stare dalla parte di Cafiero de Raho è una questione di etica politica

Stare dalla parte di Cafiero de Raho sul caso Verdini, per una buona destra, è una questione di etica politica, non di procedura penale. Il parlamento non è un tribunale, ed è proprio per questo che il dibattito politico non può certo essere relegato, come piacerebbe invece a qualche ultra garantista, al pedissequo rispetto delle norme che regolano il processo.

Il caso Verdini e suo figlio Tommaso, suocero e cognato di Salvini, con l’inchiesta che li riguarda, alla luce di quanto appare sulla stampa, come ha dichiarato l’ex procuratore nazionale antimafia, il senatore Federico Cafiero de Raho, un galantuomo, necessitano di “un’informativa urgente di Salvini sul sistema di consulenza e appalti pubblici banditi da Anas” perché “bisogna che il parlamento sappia in quale misura i fatti coinvolgano Anas, per quanti e quali appalti, quali misure sono state adottate per prevenire la corruzione, quale coinvolgimento degli esponenti delle istituzioni.”

Non c’entra nulla il tribunale né le cosiddette ‘informative a gettone’ come vorrebbe un certo ‘sindacalismo forense’ ultra garantista al limite della censura. La battaglia contro la corruzione è invece una questione di grande rilevanza politica nazionale. Illuminanti sul tema le parole di Carlo Calenda sul caso Renzi Bin Salman, come anche questa di Salvini è chiaramente una questione di etica politica al di là della eventuale rilevanza penale dei singoli comportamenti.

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Come più volte ha ribadito lo stesso leader di Azione, i comportamenti nella politica valgono per i contenuti e ciò, aggiungiamo noi, a maggior ragione se essi riguardano il vice presidente del consiglio, appunto Matteo Salvini. La vicenda giudiziaria avrà il suo corso, e ci mancherebbe, ma non c’è dubbio che la questione politica riguardi tutti i cittadini e gli elettori. È compito del parlamento conoscere se e in quale misura i fatti coinvolgano Anas, per quanti e quali appalti, quali misure sono state adottate per prevenire la corruzione, e se c’è o meno il coinvolgimento di esponenti delle istituzioni.

Ed è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, oggi Matteo Salvini, a cui fa riferimento l’Anas con i relativi appalti, l’organo che ex lege deve riferire al parlamento. Non c’è nulla di ‘spropositato’ in questo, con buona pace dell’onorevole Enrico Costa, ma una legittima e doverosa richiesta di informazioni da parte di un senatore della Repubblica come Cafiero de Raho, alla quale va tutto il nostro appoggio, per conoscere dal Ministro competente Matteo Salvini e far conoscere agli italiani quanto sappiano le istituzioni interessate sulla vicenda. Per una buona destra, infatti, “gli uomini politici non devono soltanto essere onesti, ma devono anche apparire tali”, parola di Paolo Borsellino.