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Se Kiev finisce come Sarajevo, l’Europa muore

Ancora qualche giorno e in Europa potrebbe andare in scena una nuova Sarajevo. Questa volta a Kiev, la capitale della Ucraina.

Tutto questo in quell’odioso fritto misto di falsa indignazione e altrettanto menefreghismo che contraddistingue da decenni le elite politiche occidentali e le opinioni pubbliche rintronate dalla tv e i social media. In Ucraina non c’è nessun passo avanti negoziale. La Russia continua a farsi gioco della diplomazia occidentale, mentre Putin si prepara a ordinare l’attacco finale su Kiev.

Centinaia di migliaia di persone stanno scappando dalla Capitale ucraina, le cannonate nei pressi della città e il suono cupo degli allarmi antiaereo sono diventati la realtà quotidiana. I russi ormai sono arrivati ai sobborghi di Kiev, ancora una manciata di chilometri e quando capiranno che la grande fuga da Kiev sarà a buon punto,  scateneranno l’offensiva finale contro le forze militari ucraine.

I leader dei Paesi occidentali dovrebbero solo vergognarsi per aver abbandonato sul campo la resistenza dei militari ucraini. La stampa ci ha raccontato per giorni la presunta ‘disfatta’ dell’esercito russo ma purtroppo l’impressione è che Putin, se pure rallentato dall’eroismo del popolo ucraino, sia sul punto di raggiungere il suo criminale obiettivo.

Resteremo ancora una volta inermi come davanti alla tragedia di Sarajevo, con la guerra portata di nuovo in Europa da regimi criminali, e noi a guardarla increduli e inebetiti da quello che ci raccontano, nel salotto di casa, davanti alla tv.