“Il razzismo in Italia esiste, ma la questione immigrazione non sarà decisiva per il risultato del 25 settembre. Gli italiani hanno altre preoccupazioni: il carovita, l’economia in generale. E anche i media sono meno concentrati sui barconi”.
A dirlo, in un’intervista a Repubblica, è il politologo Roberto D’Alimonte. Sebbene gli arrivi dei barconi sulle spiagge italiane siano tornati, infatti, il tema migranti non sembra più centrale per i destini elettorali italiani come quattro anni fa, checché ne dica il capo della Lega, che rispolvera vecchi slogan e cavalli di battaglia tanto cari al suo elettorato.
“Matteo Salvini da solo – spiega il politologo – non può prendere il tema e rimetterlo al centro del dibattito nazionale. Se le televisioni tornassero a riprendere gli sbarchi e i giornali a scriverne con l’intensità di quattro anni fa, il tema di nuovo impressionerebbe una parte dei 35 milioni di elettori che ce l’hanno sotto la pelle”.
Per D’Alimonte si tratta tendenzialmente di elettori di destra. “Un barcone è un’immagine potente, che può far crescere un sentimento che cova sotto la cenere. La paura degli stranieri, gli stranieri dalla pelle scura, in Italia c’è. Mentre parliamo, nuove imbarcazioni stanno arrivando a Lampedusa, ma in televisione non le vedremo. Gli sbarchi aumentano, non aumenta la loro esposizione. Certo, se gli arrivi via mare passassero da 60.0000 a 150.000, il fenomeno diventerebbe così ingombrante che i media dovrebbero renderne conto”.
Fenomeno che non va confuso con la generosa accoglienza del popolo italiano ai migranti ucraini in fuga dalla guerra. “La questione immigrazione è carica di emotività. La risposta all’Ucraina è stata positiva per l’emozione provocata dai bombardamenti, il coinvolgimento dei bambini, le violenze di Bucha. Tutto questo ha creato una disponibilità maggiore, ma parliamo di un’immigrazione bianca. Quella sui barconi è nera e – sottolinea il professore – il razzismo in Italia esiste”.