Cari leader del centrodestra, una politica che guarda al passato non ha futuro

A volte (troppe, a dirla tutta) viene da chiedersi se ci fanno o ci sono, tanto sono estemporanee le proposte e i concetti che esprimono. Ma come si fa (come??!) a pensare di reintrodurre il servizio militare obbligatorio? Bisogna chiederlo al pacifista Salvini che, dopo essere tornato a sventolare i vecchi slogan sui migranti, eccolo tirar fuori dal cilindro delle sue idee geniali proprio quella di ripristinare un obbligo abolito in passato proprio dai governi di centrodestra. Ora, a parte la contraddizione evidente, non c’è misura più inutile e controproducente di quella del servizio militare obbligatorio: le Forze Armate hanno bisogno di professionalità, di preparazione, di efficienza, di militari per un periodo medio-lungo non certo di pochi mesi di leva. E lo stesso modello di riforma, che con fatica si sta cercando di realizzare, prevede una riduzione del personale per aumentare le spese di investimento su programmi più moderni. Ed anche tra i giovani la sensazione più diffusa è che il servizio militare obbligatorio corrisponderebbe ad un anno della propria vita trascorso inutilmente. Mentre ben diversa disponibilità vi è verso l’esperienza di un volontariato attivo in associazioni, circoli, parrocchie.

Considerazioni, queste appena esposte, concrete, che hanno portato Elio Vito, oggi sullHuffPost, a chiedersi il motivo per cui “la destra odia i giovani”.

“Sul fatto che li odii o quantomeno che non gli interessino paiono esserci pochi dubbi – scrive – viste le ultime proposte di campagna elettorale dei tre leader della coalizione di destra. All’usurato tema dell’abolizione del reddito di cittadinanza, ripreso da Giorgia Meloni, accusato di essere responsabile di collocare i giovani sul divano anziché nel mercato del lavoro (in realtà l’Istat ha certificato che il rdc ha tolto un milione di persone dalla povertà ed in larga parte non è percepito dai giovani), Salvini ha affiancato quello del ripristino dell’obbligo di leva”.

Il punto è che la destra italiana lontana dalla realtà giovanile. I giovani d’oggi sono attenti ai diritti civili, alle tematiche ambientaliste, alle questioni sociali. Tutti argomenti che la destra evita se non combatte apertamente. I giovani d’oggi guardano poco la TV e si informano  tramite web e social, i giovani sono rapidi, immediati e rifuggono dalle semplificazioni, cercano complessità anche nelle risposte della politica, non vecchi slogan. I giovani oggi sono aperti, tolleranti, disponibili al cambiamento, al nuovo, all’altro. Esattamente il contrario di come si pongono i leader di destra. Questa destra sembra non solo incapace di comprendere i giovani, i loro bisogni ma pure non interessata a rivolgersi a loro, forse pensa che tanto non vanno a votare…

È la destra ad essere vecchia, nei contenuti, nelle proposte, nei programmi, persino nei leader che, aldilà delle differenze anagrafiche, hanno in comune la caratteristica di stare in politica da decenni e di non riuscire ad intercettare la modernità, le nuove esigenze della società e delle giovani generazioni.