Sull’«Huffington Post» nel suo editoriale Filippo Rossi parla di punto di ritorno: “Se anche uno che per trent’anni ha difeso la democrazia maggioritaria come Angelo Panebianco si è arreso all’idea che solo una legge elettorale proporzionale possa dare una mano a rimettere le cose a posto è evidente che il bipolarismo italiano ha fallito su tutta la linea”, l’esordio del fondatore de ‘La Buona Destra’. Ed è un caso tutto italiano: solo da noi “i due poli sono stati inesorabilmente trasformati in due ammucchiate senza alcun senso culturale, ideologico, programmatico tanto da ritrovarsi oggi a tenere insieme ciò che insieme non può stare: putiniani e antiputiniani; europeisti e antieuropei; liberali e sovranisti…”, rincara la dose il giornalista. Poi l’analisi critica quanto dettagliata dell’attuale situazione in cui versa la politica italiana.
L’idea è quella di un sistema proporzionale come strumento per contenere il partito putinista, lo ribadisce Filippo Rossi. Ne ha scritto oggi sul «Corriere della sera» anche Panebianco, da sempre sostenitore del maggioritario: “Oggi con la legge attuale, dopo le elezioni, si formerebbe sicuramente un governo, vinca la destra o vinca la sinistra, disunito su quasi tutto e, soprattutto, disunito sull’essenziale: la posizione internazionale del Paese. La proporzionale non ci garantisce contro questo rischio ma, almeno, lascia aperta la possibilità che, per via parlamentare, si formi una coalizione con una qualche unità di intenti sulla politica estera”.
Non è ancora chiaro se il Parlamento riuscirà a mettere mano alla legge elettorale, ma “sappiamo che ormai il ‘pensiero proporzionale’ sta conquistando sempre più legittimità nel dibattito pubblico. È per questo che dobbiamo cominciare tutti a metabolizzare l’idea di agire proporzionalmente anche se la legge elettorale dovesse rimanere un Rosatellum che, d’altra parte, è già proporzionale al 61% per cento. Lo ha fatto con coraggio Calenda quando ha deciso di presentarsi da solo alle prossime politiche. Ecco, la destra moderata ha bisogno di leader con lo stesso coraggio che Calenda a sinistra ha messo nella sua azione politica, che poi è il coraggio della libertà”, rimarca.
“Chi a destra si dice liberale, chi si dice lontano dalle spinte putiniste, chi si dichiara convintamente europeista ha il dovere di spezzare le catene populiste e sovraniste, ha il dovere di costruire anche a destra un’alternativa a un bipolarismo muscolare serve solo alle ali estreme”, sottolinea il giornalista. Rossi fa anche i nomi: “C’è chi, come chi scrive, sta lavorando dal basso per costruire una Buona Destra alternativa a questo centrodestra a trazione sovranista. Ma i compagni di strada possono essere tantissimi. Pensiamo alla Lega che fa riferimento a Giorgetti, Zaia e Fedriga. E pensiamo all’ala draghiana di Forza Italia, a Brunetta, Carfagna, Gelmini, Cangini. Anche con questa legge elettorale la destra che non vuole morire sovranpopulista e putiniana avrebbe la forza di spezzare il fronte”. In sostanza “basterebbe questo per rivoluzionare la politica italiana, basterebbe questo per fare la cosa giusta e fare quello che serve all’Italia: gettare le basi per far proseguire l’esperienza di Mario Draghi al governo. Serve solo un po’ di coraggio”, conclude Filippo Rossi. Riusciamo a raccogliere questa grande sfida?