Ronzulli (FI) dice sì al rigassificatore, ma non sa a cosa serve

L’approssimazione al potere, ovvero parlare senza sapere so cosa si sta parlando. Dimostrando così un’incompetenza che non può che far male all’Italia.

Ieri la potente senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli, insieme a Marta Fascina nel cerchio magico di Silvio Berlusconi, in un tweet ha dichiarato di essere a favore della realizzazione dei gassificatori, dimostrando però poche righe dopo di non avere idea di a cosa servano e come funzionino.

La senatrice, capolista al al Senato in Lombardia e Puglia e oltre candidata al plurinominale in Piemonte nelle liste di FI, ha infatti scritto “sì ai rigassificatori per estrarre gas naturale nazionale e renderci indipendenti dagli approvvigionamenti dall’estero”. Ovviamente la Ronzulli non ha perso occasione di cavalcare uno dei temi del momento, fulcro della politica energetica del Governo Draghi, osteggiato dai alleati della Ronzulli di FDI e auspicato invece da Azione e Italia Viva, senza sapere però che Il rigassificatore, nella fattispecie quello di Piombino, non serve a estrarre gas, ma è una infrastruttura portuale per la traformazione del gas naturale da liquido a gassoso. Nessuna estrazione, solo una nave da 5 miliardi di metri cubi di gas acquistata da Snam, principale operatore europeo nel trasporto e nello stoccaggio di gas naturale, che dovrà rimanere al porto di Piombino per uno o due anni, un periodo quindi limitato per far fede al progetto sulla transizione ecologica 2030-2032. Da lì rigassificatore ricevarà il gas dai nuovo paesi fornitori dell’Italia.

Una figura, quella della Ronzulli, che definire poco edificante è riduttivo. E che non solo mostra la completa disomogeneità di vedute del centrodestra sull’approvvigionamento energetico, ma anche la totale ignoranza in materia di un esponente di primo piano di Forza Italia.