Ripensiamo i trasporti in Toscana superando localismi e interessi di parte

La sofferenza in tema di infrastrutture per i collegamenti viari, ferroviari ed aerei in Toscana penalizza in modo significativo lo sviluppo di intere aree periferiche ma anche dei centri nevralgici più importanti a causa delle difficoltà nei collegamenti con le altre realtà nazionali ed internazionali.

Ci sono infatti intere zone, come quelle della Garfagnana, e Lunigiana a nord, la Val di Cecina, la Val d’Elsa e la Val d’Era al centro ma anche Il Chianti, la Val d’Orcia, le Colline metallifere dove la carenza di collegamenti sia stradali che ferroviari limita non solo lo sviluppo economico ma anche la possibilità, per i cittadini, di avere un facile accesso ai servizi sociali, come scuola, università ed anche sanità a causa della oggettiva difficoltà nell’assistenza da parte dei familiari.

La ristrutturazione del Servizio Sanitario attuato in questi anni dalle varie amministrazioni con lo scopo del contenimento dei costi, ha portato al ridimensionamento, se non chiusura di molti strutture e stabilimenti ospedalieri con il trasferimento nei centri urbani maggiori anche dei servizi basilari.

Non entrando nel merito di queste decisioni, va però sottolineato che a questi interventi non ha fatto seguito una seria politica di miglioramento dei collegamenti ma al contrario, spesso, linee ferroviarie minori sono state ridimensionate o dismesse senza prevedere adeguate sostituzioni.

Inoltre la carenza di un adeguato sistema di infrastrutture di collegamento ha limitato l’afflusso di investimenti da fuori regione frenando lo sviluppo di intere zone ma ha anche penalizzato molte aree industriali che negli ultimi vent’anni sono precipitate in una crisi profonda a causa delle congiunture internazionali, senza contare le difficoltà sofferte dal traffico turistico per le isole dell’arcipelago.

Un altro nodo importante, al quale per puri interessi di parte non si è mai riusciti a dare una risposta è quello aeroportuale. I due scali più importanti, quello di Firenze e quello di Pisa, sono stati oggetto di battaglie politiche per stabilire la supremazia dell’uno o dell’altro, tutto a discapito degli utenti ma soprattutto dell’economia della regione.

La politica è chiamata quindi ad una attenta riflessione sul sistema dei collegamenti regionale adottando un metodo di valutazione che dedichi la necessaria attenzione all’interesse generale della Regione, evitando i localismi che ne hanno sempre caratterizzato l’azione a causa della ricerca del consenso di questo o quel politico e della sua forza all’interno dell’apparato di comando del centro sinistra toscano.

Il tessuto economico toscano è infatti eterogeneo e spesso comprensoriale, a parte il settore turistico ampiamente diffuso in tutta la regione, quelli dell’abbigliamento, estrazione e lavorazione delle pietre, mobili, chimico, siderurgico sono concentrati in zone specifiche, ma nessuno di essi è più importante di
un altro, nessuna zona più importante di un’altra, ma tutte contribuiscono all’economia regionale.

Quindi lo sviluppo di una infrastruttura di collegamento, che sia essa un aeroporto, una strada primaria o un rete ferroviaria, non può essere realizzato ad uso di un interesse locale ma deve essere necessariamente valutato per i benefici che va ad apportare a livello regionale.

L’azione politica efficace, contraria agli sprechi, porta ad operare per il bene della comunità e non di gruppi o lobbies.