Rigassificatore di Piombino opera fondamentale: Meloni dica se si farà o no

Nei giorni della riunione informale dei ministri dell’energia dei paesi Ue e dell’incontro a distanza tra i leader del G7, sia il Presidente del Consiglio Mario Draghi sia il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, hanno manifestato un certo ottimismo in merito alla questione spinosa della crisi del gas. Intendiamoci, ambedue non hanno taciuto la preoccupazione per i mesi che verranno, ma dalle loro bocche son venute fuori comunque parole rassicuranti. Dal ministro è arrivato poi un messaggio alla futura premier Giorgia Meloni: «Su Piombino qualcuno si dovrà prendere delle responsabilità». 

“La stagione invernale è tranquilla. Gli stoccaggi sono pieni. Avremo problemi sui prezzi, ma se il 20 si conclude bene sul price cap, avremo risolto la situazione. Purtroppo non toglieremo la sofferenza a famiglie e imprese. Il price cap l’avevamo proposto mesi fa. La Commissione europea è stata lenta, poi ha accelerato. Speriamo anche che la guerra finisca”, ha detto il ministro Cingolani, intervenendo al webinar di Rcs Academy «Repower Eu verso l’Unione Energetica». In Italia infatti gli stoccaggi hanno superato il 90%, il che vuol dire che questo inverno è salvo. Le difficoltà, come aveva già sottolineato l’ad di Eni Claudio Descalzi, si porrà dal prossimo. Ma è bene affrontare un problema alla volta. A poche ore dalla fine del proprio incarico di ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani ha spedito un avviso al nuovo governo: «La sicurezza nazionale dipende dal rigassificatore di Piombino. Spero che tutti se ne rendano conto». Sarebbe un suicidio, aggiunge Cingolani, avere la Golar Tundra a disposizione e non riuscire a utilizzarla: «Non ho sicurezze. Ma c’è un problema nimby, e qualcuno dovrà prendersi la responsabilità». Dichiarazioni quelle di Cingolani che smuovono il dibattito politico italiano.

Effettivamente quello del rigassificatore di Piombino è tema che la leader di FdI finora ha sempre evitato di affrontare. L’aveva notato anche Carlo Calenda, fondatore di Azione, che in campagna elettorale, riferendosi a Meloni e Letta, aveva detto: “Nessuno due tocca il tema del rigassificatore di Piombino, senza il quale non avremo il gas, perché nessuno dei due lo vuole semplicemente fare”. Beh, è oggi il tempo della responsabilità: la futura premier si è schiarita le idee? La pensa come Cingolani? La crisi energetica impone di far presto, come ha ricordato l’amministratore delegato di Snam Stefano Venier, che con Cingolani ha preso parte al Green Talk del «Corriere della Sera»: «I rigassificatori sono indispensabili. Un impianto come quello di Piombino serve a riempire gli stoccaggi l’anno prossimo, con lo stesso volume di gas. È un’infrastruttura strategica e sta avendo un decreto specifico. Se arriva l’autorizzazione, entro una ventina di giorni dovremo iniziare a lavorare». Cingolani considera i rigassificatori un tema di sicurezza nazionale anche per raggiungere la totale indipendenza energetica dalla Russia nella seconda metà del 2024.