Quella narrazione distorta sul “voto utile”: a chi fa davvero paura il terzo polo?

Si riempiono la bocca da settimane sul fatto che il terzo polo non verrà preso in considerazione dagli elettori, polarizzando lo scontro elettorale tra centrodestra e centrosinistra. Però da una parte e dall’altra, forse dopo aver visto i sondaggi che sul terzo polo non sono proprio del loro stesso avviso, è iniziata la caccia alle streghe contro Renzi e Calenda. Una specie di ossessione politica che ogni giorno spinge esponenti soprattutto di Pd e Forza Italia ad invitare i cittadini a non dare retta ad Azione e Italia Viva. Ma è un paradosso: se, come dicono, il terzo polo non conta nulla, perché parlarne tutti i giorni? Forse perché non è affatto vero? O forse perché le prospettive dello schieramento moderato infastidiscono e impensieriscono le burocrazie di partito che hanno portato l’Italia ad un livello bassissimo?

Perché un big del calibro di Antonio Tajani, ultimo in ordine di tempo, dovrebbe preoccuparsi di dire che il voto per Calenda è “un voto sprecato” se non temesse il sorpasso del terzo polo su Forza Italia? “Si può votare per la coalizione di centrodestra o per quella di centrosinistra – afferma il numero due di Forza Italia – io riconosco Letta come interlocutore, ma votare per il terzo polo, che diventerà quarto perché prenderà mano voti di Conte e Grillo e quindi avrà un manipolo di parlamentari, è un voto sprecato”. Ma ne è davvero così sicuro?