Quando la politica non regola, vincono i forti e perde il Paese

Se fosse nato in Russia, sarebbe diventato non un oligarca, ma l’oligarca! Ma avrebbe meno potere di quello che ha nel Belpaese e negli altri stati occidentali dove opera con le sue aziende. Siccome sa che nel suo mondo non si può vivere senza nemici, se ne è procurato qualcuno, ma piccoli e deboli. Amici invece ne ha tanti, sempre di più, perché è bravo, ha coraggio, intuito, un pizzico di spregiudicatezza e tanti, tanti, soldi. Sa essere convincente, così convincente da indurre il soggetto pubblico a creare infrastrutture a suo esclusivo beneficio.

Soldi pubblici ad uso privato! Si muove con la stessa logica del Dragone, non combatte, compra, non si impone, blandisce. Agisce, come è giusto che sia, mettendo gli interessi delle sue aziende davanti a tutto, così fanno gli imprenditori e gli uomini di potere, dai tempi dei tempi. A volte i suoi interessi, casualmente, coincidono con quelli del Paese, delle Regioni, dei cittadini, altre volte no, ma a nessuno sembra che questo importi. Gli enti regolatori… non regolano, assistono, più o meno consapevoli.

La politica nazionale, ministri competenti in primis, si affidano ai potenti ed inamovibili grandi dirigenti che, stranamente, sono sempre d’accordo con lui! Le istituzioni locali non perseguono l’interesse comune ma plaudono agli investimenti, quali essi siano, senza preoccuparsi delle eventuali conseguenze negli anni a venire. In conclusione, Buona Destra ritiene improcrastinabile l’apertura di un confronto ai più alti livelli, su un tema cruciale come quello della posizione dominante, dei pericoli insiti nel monopolio, del fondamentale ruolo regolatore della politica e sullo spinoso argomento delle spinte per il decentramento che partono da regioni e da comuni, assetati di potere ma assolutamente incompatibili con una gestione del potere basata su una strategia di crescita diffusa ma ragionata.

Quello che serve, al contrario, è una visione complessiva a livello nazionale ed, in ambiti come quello della portualità , se non a livello di Unione europea, almeno per aree geografiche ottimali. Affrontare questi temi è necessario, sia per limitare, come è stato detto, l’eccessiva concentrazione di potere (spesso trascurata, dalla fuorviante considerazione che il potere concessorio è ancora prerogativa dello Stato) ed al contempo per reggere la concorrenza di altri stati, ad esempio Olanda e Germania, e soprattutto per arginare la strisciante colonizzazione cinese.