Pnrr, più ricerca e innovazione per sostenere la ripartenza del Paese

Il Pnrr sarà in grado di far compiere all’Italia un salto verso un modello economico sostenibile trainato dalla ricerca e dall’innovazione nella manifattura e nei servizi avanzati? Forse, ma la parola d’ordine deve essere innovazione.

“L’innovazione sarà la protagonista della ripartenza”, afferma a chiare lettere Andrea Poggi, North South Europe Innovation Leader dell’azienda di consulenza e servizi Deloitte, in un’intervista al Corriere. “Da un lato abbiamo i nuovi strumenti di supporto, come la Next Generation Eu e l’italiano Pnrr, che sono permeati in maniera preponderante e trasversale da iniziative innovative; dall’altro sono gli stessi cittadini a guardare sempre di più all’innovazione come leva strategica fondamentale per il rilancio delle nazioni e della società tutta”, spiega.

Poggi è convinto che per avere successo nella ripresa e mantenere i risultati ottenuti nel lungo periodo, sia necessario rafforzare alcuni ambiti strategici. La ricerca, in primis, come motore dell’innovazione. “Sarà fondamentale nei prossimi mesi guardare con particolare attenzione alla missione Istruzione e Ricerca e soprattutto – osserva – noi innovatori dovremo supportare lo sviluppo delle iniziative che il governo ha già messo a sistema”.

Grazie alla prima tranche di aiuti di 25 miliardi, ne sono stati finanziati 4 per l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, per garantire ai cittadini italiani un sistema sanitario solido ed efficiente, dopo che la pandemia ha fatto emergere grandi difficoltà strutturali.

C’è poi il tema della sostenibilità, che passa attraverso l’innovazione: nel Pnrr circa 60 miliardi sono per la transizione ecologica e ci sono progetti finanziati per potenziare l’economia circolare (600 milioni per la raccolta differenziata e riciclo) e 300 milioni per una nuova mobilità eco-sostenibile.

Non ultimo, anzi si può affermare con certezza che rappresenta il fiore all’occhiello del made in Italy, è il turismo.

“E’ tra i settori che più di tutti hanno subìto danni per i ripetuti lockdown. Anche per questo motivo – dice ancora Poggi – è oggi imperativo sviluppare azioni innovative di lungo periodo a sostegno di questo ambito”.
Uno dei progetti finanziati dai primi fondi europei è infatti l’Hub del turismo digitale che “si fonda sul concetto di ecosistema e interconnessione tra i vari attori dell’intera filiera utilizzando l’innovazione”. Fondamentale, infatti, è la visione di un ecosistema in cui soggetti pubblici e privati collaborano in un’ottica di trasferimento tecnologico, grazie al quale università e centri di ricerca possono mettere a terra ricerche teoriche con l’aiuto delle imprese.

Affinché le risorse del Pnrr siano efficaci per la realizzazione dei progetti, insomma, sono tre per Poggi gli aspetti principali da implementare: “Agire utilizzando l’innovazione come leva principale di attuazione, fondare la ripartenza e indirizzare la sperimentazione innovativa verso poche aree strategiche collegate al made in Italy, ai pilastri e ai presupposti irrinunciabili della nuova Italia e monitorare costantemente l’attuazione del piano perché non esiste innovazione senza esecuzione rapida”.