Piantedosi o Salvini pari sono: riparte la guerra ai poveracci sui barconi

Piantedosi come Salvini. Il neo responsabile del ministero dell’Interno, già prefetto di Roma, dove potrebbe essere sostituito da Bruno Frattasi, ha varato una direttiva (simile a quella firmata nel 2019 dal leader della Lega) per avvisare le due navi delle ong, Humanity e Ocean Viking, di un eventuale divieto di ingresso nelle acque italiane, a causa del mancato preavvertimento alle autorità del salvataggio in corso. «Abbiamo applicato la legge, i famosi decreti sicurezza rivisitati, ma che sono rimasti sostanzialmente nel loro impianto», le parole di Piantedosi, «vogliamo affermare un principio a prescindere dal caso concreto e lanciare un messaggio ai partner. La condivisione deve esserci non a sbarco avvenuto, la presa in carico deve partire subito». Insomma, al Viminale non c’è più Salvini, ma il fatto che ci sia Piantedosi non cambia nei fatti la strategia: porti aperti no, tolleranza zero verso le navi Ong.

Nel pomeriggio, nel primo Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza della sua gestione, i vertici delle forze dell’ordine e dell’intelligence, il capo di Stato maggiore della Difesa, il capo dipartimento per l’Immigrazione e il comandante delle Capitanerie di porto hanno consegnato una fotografia dell’attuale situazione: nei primi 10 mesi del 2022 l’Italia ha assistito all’arrivo di 79.647 migranti, con un incremento del 50,78% rispetto all’analogo periodo del 2021, per «l’incremento degli arrivi da Libia, Tunisia e Turchia». Secondo il Ministero dell’Interno sulla scorta di tale analisi è stata condivisa l’esigenza di dare il via «a delle iniziative a livello europeo e i Paesi di origine e transito dei migranti per una gestione comune del fenomeno migratorio che consenta di governare i flussi attraverso il rafforzamento dei canali di ingresso legali, che tengano conto, nella ripartizione delle quote riservate ai singoli Stati, dell’impegno da questi profuso nel contrasto alla immigrazione illegale. Un tavolo ristretto convocato a breve sarà chiamato a tradurre gli elementi informativi acquisiti questa mattina in indicazioni operative». 

Presenti alla riunione i vertici delle forze dell’ordine e dell’intelligence, insieme con l’ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale della Guardia costiera. Fra gli altri al vertice il capo della polizia, Lamberto Giannini. Proprio il prefetto, all’inaugurazione dell’anno accademico all’Istituto superiore di polizia a Roma, aveva evidenziato come «adesso con questa crisi bellica, con questa aggressione terribile ci attendono altri momenti difficili. Noi ci siamo e si stiamo preparando per riuscire a gestire nella maniera migliore questa situazione».