Perché la destra non è capace di scendere in piazza contro Putin?

Perché la destra italiana non si mostra in grado di organizzare una manifestazione di piazza che esprima la protesta per l’ingiustificata invasione dell’Ucraina da parte della Russia?

Un evento che non si limiti a sollecitare la pace, invocazione generica tanto inutile quanto ipocrita, ma che divenga un momento di aggregazione per condannare con assoluta chiarezza l’inaccettabile gesto di Putin e compagni (in senso letterale visto che si parla comunque di comunisti) i suoi massacri e la sua arrogante violenza fisica e morale.

Un evento promosso finalmente dal centrodestra, che sia l’occasione per aggregare la parte più sana del Paese, la parte che non ha dubbi sulle responsabilità di questa guerra, che non ricorre a ipocriti forzati e un po’ vili distinguo; che non si lava le mani dicendo “le sanzioni non le vogliamo, la guerra non la facciamo, le armi non dobbiamo dargliele”  e che, senza se e senza ma, possa gridare di essere dalla parte dell’Ucraina come anche dei tanti coraggiosi oppositori in Russia, dunque della libertà e dei valori morali e liberali propri dello stato di diritto e delle democrazie europee.

Valori essenziali cui non rinunciare mai come che evoca con felice sintesi il professor Pallante: “Non credo che i nostri valori patiscano il freddo, dovremmo smettere di comprare il gas russo”.

Un “campo largo di libertà” aperto chi li condivide per usare una brutta espressione molto di moda.

E’ possibile che scheletri in qualche armadio impediscano ad una parte del centrodestra di schierarsi del tutto su queste posizioni e consiglino un prudente silenzio sull’argomento ma questo non può né deve macchiare l’immagine di una buona Destra sana, pacata, moderna, libera e liberale e di un popolo fiero di non avere nulla da nascondere né spartire con quei silenzi imbarazzanti.

Un popolo che sarebbe oggi larga maggioranza nel Paese secondo tutti sondaggi e che ha dunque, senza paura e senza ipocrisia, anche il dovere di rappresentare la parte del Paese che vuole crescere e la responsabilità di guardare senza timore al futuro, tracciando un cammino ed una buona politica e non di stare nell’ombra a guardare l’Ucraina morire soffocata.