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Per salvare l’Europa bisogna abbattere Putin

Come europei dobbiamo comprendere che di fronte a noi c’è un regime criminale pronto a mentire per portare avanti il suo obiettivo di dominio imperiale. Oggi il Cremlino dice  di non vedere passi avanti nei negoziati. Accusa  l’Occidente di aver fabbricato prove false sui massacri e i crimini di guerra in Ucraina. Arriva a chiedere di riunire il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Mentono spudoratamente.

Non bisogna farsi illusioni, dunque, perché Putin andrà avanti. L’Europa ha di fronte una dittatura, non una oligarchia. È Putin che comanda in Russia. I presunti oligarchi non sono altro che pupazzi mossi dallo zar in base ai suoi interessi. I siloviki, le strutture della forza, rispondono a Putin e vengono orientati e messi uno contro l’altro per non disturbare il grande capo. L’esercito può proporre questo o quel piano ma è Putin che decide.

Per l’Europa il rischio di avere di fronte una dittatura è enorme. Putin ha dimostrato di capire solo il linguaggio della forza. Se i Paesi europei non decideranno di inasprire al massimo le sanzioni arrivando a boicottare pesantemente le forniture energetiche di gas e petrolio russo, Putin proseguirà sulla sua strada. Ogni giorno l’Europa versa 800 milioni di euro in gas nelle tasche del regime russo. Questo regalo enorme che serve al regime per pagare armi e mercenari deve finire.

Putin inizierà a negoziare solo se capirà che stiamo usando  il suo stesso linguaggio. La deterrenza,  il linguaggio della forza. Ogni indecisione europea invece sarà una spinta a Putin nel proseguire il suo piano criminale che, ricordiamolo, non riguarda solo l’Ucraina. Putin non è solo in guerra con Kiev. È già in guerra con l’Europa, con l’America e con la Nato.

Davanti a sé il regime russo ha tre strade: la prima è di continuare a perdere uomini e mezzi militari logorandosi in una lunga guerra di posizione. Putin sa che il piano per cambiare regime a Kiev è fallito.  Gli ucraini non hanno gettato  fiori ai piedi dei carri armati russi. La resistenza eroica di un popolo ha fermato la invasione. Questo porta alla seconda opzione. Usare armi di distruzione di massa per tornare ad avanzare o fermare il contrattacco ucraino. La terza opzione è negoziare.

Di queste tre ipotesi, è auspicabile che la seconda venga scartata. Putin sa anche che se usasse armi di distruzione di massa la Nato risponderebbe con tutta probabilità a questi attacchi stragisti. E la sconfitta russa sarebbe ancora più umiliante. Quindi se non vuole restare impegnato in una guerra stile Cecenia per dieci anni, non gli resta che negoziare.

Ma l’Europa non deve permettergli di farlo da una posizione di forza. Bisogna mettere Putin all’angolo e far sì che dentro la Russia maturino le condizioni per una alternativa politica al regime. Dovranno essere i russi, in qualche modo, a capire cosa sta accadendo e  a ribellarsi.

Perché se invece il regime mantenesse la presa repressiva che ha al momento sul Paese, se i negoziatori occidentali tentennassero, se l’Ucraina, nel più malaugurato caso cedesse, in futuro toccherebbe alla Polonia e agli Stati Baltici. Come europei dobbiamo capire che Putin è un mafioso che non ha più nulla da perdere.

C’è stato un tempo in cui coltivava interessi economici nelle sue relazioni con l’Occidente. Ora ha un progetto malsano, insegue un piano di espansione imperialistica, vuole mostrare al mondo di vincere. Per continuare a esistere, l’Europa deve fermare la Russia e abbattere Putin.