Nell’ultimo decennio Forza Italia è passata dall’essere forza trainante e rappresentativa del centrodestra a essere una componente ancillare di un arcipelago quasi completamente sovranista. La nascita del governo Draghi, tuttavia, ha improvvisamente ricambiato le carte in tavola, restituendo a Forza Italia una parte importante della sua identità.
Il partito di Berlusconi ha vissuto un decennio difficile, ben rappresentato dalle diversità tra il quadro politico europeo e quello nazionale. Tajani ha presieduto il Parlamento Europeo e ha rivendicato l’appartenenza al Partito Popolare Europeo, una scelta condivisibile, ma come si può coniugare l’alleanza con la CDU tedesca e i gollisti francesi se poi in Italia si corre accanto a Salvini e Meloni, apertamente antieuropeisti?
La pandemia ha accelerato il progresso di integrazione europea, la ratifica del Mes va esattamente in questa direzione. Forza Italia manterrà la stessa linea ostile del 2020? Berlusconi era stato molto duro sul tema, sostenendo che “i soldi dell’Italia potranno essere utilizzati altrove, anche contro la volontà dell’Italia”. Oggi le aperture da Forza Italia ci sono, ma il fatto è che non è più tempo di tergiversare.
Il governo Draghi ha rimesso l’Italia al centro del dibattito europeo, Forza Italia appartiene al gruppo europeo ed europeista più grande. Non possono più esserci ambiguità e in effetti c’è qualche indizio in questa direzione. Ieri FI ha votato contro un emendamento della Lega, sostenuto anche da Fratelli d’Italia, per abolire il Green Pass contro il parere del governo. Questo schema dovrebbe essere garantito in modo costante, magari convincendo almeno una parte della Lega a essere più fedele all’esecutivo.
Insomma per la classe dirigente di Forza Italia è arrivato il momento di scegliere da che parte stare. FI vuole aiutare le istanze dell’Italia in Europa e contribuire all’evoluzione dell’Unione Europea oppure rifugiarsi nella propaganda pur di mantenere una connessione con i sovranisti? Nel secondo caso, i forzisti diventerebbero la ruota di scorta di un estremismo senza prospettiva.