Partiti, Gelmini: “L’autonomia era ad un passo, l’ha fermata Salvini con la crisi”

Diciamolo chiaramente: sull’autonomia ogni partito ha la sua versione. I detrattori della Lega dicono che il principale ostacolo sia stato proprio il Carroccio. A parlare della delicata questione in un’intervista al «Corriere della Sera» Maria Stella Gelmini: «Con Salvini sull’autonomia ho avuto solo un incontro, insieme a Zaia e Fontana, a febbraio. Zaia è stato fin dall’inizio molto collaborativo e mi ha aiutato a superare le perplessità iniziali di Fontana. Il 22 giugno, pochi giorni prima dell’apertura formale della crisi, i governatori delle regioni interessate (oltre a Veneto e Lombardia, anche Emilia Romagna, Toscana, Liguria e Piemonte) insieme a Fedriga (presidente delle Regioni) sono venuti al ministero per gli Affari regionali e abbiamo affinato gli ultimi passaggi. Con i governatori della Lega il dialogo è stato costante: con la caduta del governo voluta da Salvini e Berlusconi il processo si è interrotto».

Maria Stella Gelmini la vede come Zaia: «La legge quadro era una buona legge: l’abbiamo condivisa con tutti superando il derby Nord-Sud. Non è una buona prassi ricominciare da capo ogni volta che cambia il governo. Temo però che il prossimo esecutivo avrà altro a cui pensare…»L’autonomia si è spesso incagliata sui Lep, i Livelli essenziali di prestazione. L’ex forzista ha spiegato cosa prevede la sua legge quadro: «Il disegno di legge conferma la centralità dei Livelli essenziali delle prestazioni, da stabilire con legge statale. Infatti, si prevede che la loro definizione nelle quattro materie (sanità, assistenza, istruzione, trasporto pubblico locale) sia la condizione necessaria per il trasferimento delle funzioni e delle risorse. In tutte le altre materie, le relative funzioni sono invece immediatamente trasferibili. Con il viceministro Castelli, con Mara Carfagna, ministro della Coesione abbiamo lavorato molto per far avanzare i Lep».

E ancora: «La bozza di legge quadro richiama quanto costituzionalmente previsto, che si concretizzerà con la completa attuazione del federalismo fiscale che il Pnrr fissa al 2026. In ogni caso mi sono preoccupata di fare in modo che nessuna Regione ricevesse di più di quanto non riceva già, perché riteniamo che l’autonomia non debba aumentare i divari. Al contrario, deve servire per ridurli aumentando l’efficienza della spesa pubblica. L’autonomia è un’opportunità: chi non è convinto di questo e paventa il rischio di una secessione dei ricchi, o non ha letto la bozza o ha un pregiudizio ideologico», ha chiarito Gelmini.

A proposito del suo passaggio in Azione, la ministra ha rivelato quale risposta elettorale si aspetta dal Nordest che ha condannato la caduta del governo Draghi: «In Veneto è candidato Carlo Calenda che qui ha già raccolto molti consensi. Il suo Industria 4.0 fu molto apprezzato dalle imprese. Fra la sinistra di Letta e Fratoianni, la destra che ha fatto cadere Draghi e i 5 Stelle del reddito di cittadinanza c’è l’Italia sul serio di Azione-Italia Viva, gli unici che difendono davvero imprese e lavoro. Faremo un buon risultato».