Parlamento addio: da Di Maio a Bonino ecco gli esclusi eccellenti

Il tonfo, rumoroso, dopo il volo d’angelo in stile Dirty Dancing. Eh già, perché a Luigi Di Maio non sono bastati nemmeno gli appelli a San Gennaro per restare in Parlamento: l’ex enfant prodige, colui che sembrava avviato ad una carriera politica alla Andreotti e che invece ha fatto invece la fine di Alfano, non siederà in Parlamento. E, adesso, sui social c’è chi gli consiglia di partecipare al Grande Fratello Vip.

L’ironia verrebbe facile, ma la verità è che la sua caduta politica implica una lezione bella e buona: Di Maio è passato dai gilet gialli ad essere un draghiano di ferro nel giro di un inverno appena e, suvvia, c’è un limite anche all’italico trasformismo.

A braccetto con Di Maio, nelle fila degli esclusi, c’è lei: Lucia Azzolina, che sbaracca dal Parlamento insieme ai banchi a rotelle. “Non ho mai pensato che la mia rielezione potesse essere prioritaria, salvaguardare le mie idee e la mia dignità sì”. Benissimo: la Azzolina tornerà, quindi, a fare la preside e noi ce ne faremo senza dubbio una ragione.

All’indomani del voto, l’integralismo all’italiana si ritrova orfano di Simone Pillon. “Resto a disposizione della Lega e del centrodestra e continuerò a difendere la vita, la famiglia e i valori cristiani dove e come Dio vorrà”, ha fatto sapere. Ok, buona vita.
Si appresta a cedere il posto in Parlamento dopo 35 anni, salvo ricalcoli dell’ultima ora, Umberto Bossi. Tra gli esclusi c’è poi Gianluigi Paragone, “il barricadero anti tutto” (lo definisce Repubblica), che dà la colpa all’affluenza.
C’è chi è convinto, poi, che nel Parlamento che verrà sarà una noia senza Vittorio Sgarbi. Rissoso e irascibile, cacciato dall’aula non si contano le volte, ma coltissimo, intelligente e rassicurante. “Evidentemente Casini è meglio di me. Senatore a vita”, ha commentato secco.
Nel prossimo Parlamento non ci sarà Emma Bonino, storica icona radicale. “Ipocrita chi si dispiace del risultato”, ha detto.

“Scrivo quello che è giusto scrivere e che in democrazia bisogna scrivere. Ha vinto la destra italiana guidata da Giorgia Meloni, gli italiani hanno scelto lei oltre ogni dubbio e ovviamente ha il diritto di governare”, con queste parole si è congedato su facebook, di buon mattino, Emanuele Fiano del Pd.