Obama: le fake news uccidono, Putin e Bannon minano la democrazia

Rispunta Obama e va all’attacco dei social e della disinformazione: le fake news uccidono, “la gente muore” per colpa del complottismo, delle bugie e delle post verità che circolano sul web e i social media. Per Obama i social sono diventati “il collettore dei peggiori istinti dell’umanità”. L’ex presidente degli Usa parla alla Standford University, l’Ivy League californiana, che nella Silicon Valley. È un discorso duro, fatto proprio nel cuore della industria tecnologica Usa, denunciando il fatto che i social hanno reso “più vulnerabili le democrazie”.

Obama chiede nuove regole, descrive i danni delle campagne di disinformazione su Covid, guerre, campagne elettorali, dall’assalto al Congresso americano alle false informazioni sul Covid e i vaccini, fino a chi appoggia gli invasori russi della Ucraina. “Gente come Putin e Bannon sanno che non serve che la gente creda a queste informazioni per indebolire le istituzioni democratiche, devi solo inondare lo spazio pubblico con questa spazzatura, devi far circolare abbastanza dubbi e tesi complottiste per spingere la gente a non sapere più a cosa credere”.

“Una volta persa la fiducia nei leader, nei media mainstream, nelle istituzioni politiche, nella possibilità di avere la verità, allora il gioco è fatto”. La colpa però non è solo dei rimestatori nel torbido e delle centrali propulsive delle fake, ma del funzionamento stesso degli algoritmi e dunque delle aziende che hanno costruito tutto questo. “Gli algoritmi si sono evoluti a tal punto che nessuno fuori da queste società può prevedere quello che faranno e qualche volta anche le persone che li hanno creati non lo sanno, e questo è un problema”.

Chi le ha disegnate così, secondo Obama ha una grande responsabilità. “Dobbiamo controllare i social e non esserne controllati”, aggiunge Obama dicendo che è necessario “ridisegnare il sistema”. In caso contrario le conseguenze “legali, per la nostra democrazia e l’intero ordine sociale saranno spaventose e profonde”.