Salvini

Non riesce a farne una giusta: solo venerdì Salvini citava Medvedev su pace e dialogo

“Anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte”. Chi invece non riesce a farne una buona, proprio perché pare completamente nel pallone, è Matteo Salvini. Il leader della Lega lo scorso venerdì citava su pace e dialogo Medvedev, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione, che ha definito i nemici di Mosca “bastardi e imbranati”. Già, proprio quel politico lì, il braccio destro dello zar Vladimir Putin: “Spesso mi viene chiesto perché i miei post su Telegram sono così duri. La risposta è che li odio. (…) Vogliono la morte per noi, la Russia. E finché sarò vivo, farò di tutto per farli sparire”, le sconcertanti parole.

Anche stavolta Matteo Salvini ha perso un’occasione per tacere, è evidente: il segretario del Carroccio giorni fa tirava in ballo Medvedev, mettendolo tra i costruttori di pace (quando si dice “avere una visione”, essere lungimirante). L’ex ministro dell’Interno diceva che l’ex presidente della Federazione Russa andava ascoltato dal momento che “la via del dialogo e della diplomazia per il ritorno della pace è quella giusta, e io continuerò a percorrere a testa alta questa strada per il bene dell’Italia”. Potrebbe averle pronunciate chiunque queste frasi, siamo d’accordo, ma come rileva Salvatore Merlo su «Il Foglio», ci sono almeno tre cose da dire in merito al fatto che siano uscite proprio dalla bocca di Salvini. E non si può non essere d’accordo.

“La prima, la più ovvia, è che purtroppo l’ex indipendentista padano e quasi ex sovranità europeo non azzecca più una. Il che da un certo punto di vista è sorprendente, visto che ne fa e dice almeno cento al giorno. E dunque il calcolo probabilistico sarebbe tutto a suo favore. La seconda cosa da dire è che Medveded non è impazzito ieri, ma parlava così anche prima. Il senatore Salvini  però non deve essersene accorto. Altrimenti avrebbe notato che il 23 marzo quello minacciava l’uso dell’atomica in Europa”, scrive Salvatore Merlo. E Medveded c’è andato giù pesante con il nostro paese nei giorni scorsi: “Evocava per noi nell’ordine: il collasso economico, l’iperinflanzione e un’invasione di profughi criminali”. Non proprio una figura mite, pacata. Merlo rincara la dose sul finale: “Siamo arrivati alla terza cosa da dire, ovvero l’intempestività di Matteo Salvini, che si presenta ormai sottoforma di revival, dalla Polonia fino all’ideona di un piano di pace in tre punti congegnato con quel galantuomo di Sergey Razov”. Un bel calderone, non c’è che dire.