“Siamo arrivati al ‘Non piove, governo ladro’”. Inizia così la denuncia con cui la Buona Destra della Lombardia, partito repubblicano d’ispirazione europea e liberale fondato da Filippo Rossi, condanna il neo-populismo che si manifesta in queste settimane su un tema tanto essenziale alla vita, quanto strumentale nella dialettica politica: l’acqua, la sua disponibilità e la sua gestione come risorsa.
Un messaggio forte, quasi esasperato, che prende la parte dei tanti ormai stanchi di ascoltare grottesche banalità e ridicole lamentele pronunciate soprattutto da chi ieri dava dei “gretini” ai giovani che manifestavano nei Friday for Future e, oggi, sollecita ristori dallo Stato per l’emergenza siccità. Appelli incoerenti, figli della mera propaganda atta a raccogliere consenso elettorale, senza preoccuparsi realmente di come si possa affrontare il problema.
«Come spesso accade in Italia, siamo dovuti arrivare alla tragedia per renderci conto della realtà! Non c’è altro da spiegare quando a distanza di poche ore si stacca a valle un pezzo di uno dei maggiori ghiacciai italiani, si scatenano nubifragi tropicali in pianura padana, si registrano temperature massime africane in molte città». Così Vittorio Tozzini, coordinatore regionale della Buona Destradella Lombardia, che continua: «È chiaro a tutti che il surriscaldamento e i cambiamenti climatici sono destinati a essere priorità globali, non più rinviabili, da trattare a ogni livello di competenza con la massima responsabilità e serietà. La siccità pregiudica la sopravvivenza dell’ecosistema in cui viviamo e nelle zone del mondo con maggiore criticità genera fenomeni migratori esplosivi per il nostro equilibrio demografico e la pace sociale. Per questo crediamo che più che mai adesso, sia giunto il momento di agire con scelte e azioni concrete».
Parlando poi dell’approccio che il partito intende avere con il problema, dice: «L’etica della responsabilità su cui si fonda una buona destra ci porta a sollecitare le istituzioni e l’opinione pubblica ad affrontare le sfide dello sviluppo economico, della sostenibilità e dei cambiamenti climatici con uno spirito laico, non ideologico e opposto alla decrescita felice o a un anticapitalismo ricorrente, che non risolve nulla, se non renderci più poveri e aumentare le disuguaglianze».
Dichiarazioni piene di determinazione, con le quali la Buona Destra – che si riconosce nella tradizione culturale della destra liberale europea e intende esserne interprete nel nostro Paese – vuole rimarcare la propria distanza dalle peggiori affermazioni populiste che troppo spesso ascoltiamo venire proprio dalla coalizione che si definirebbe di “centrodestra”.
Tornando poi sul tema emergenza climatica: «Le istituzioni mondiali trovino le vie più rapide verso un equilibrio fra l’esigenza della decarbonizzazione e le legittime aspirazioni di crescita dei Paesi emergenti. L’Europa che sta affrontando le minacce alla democrazia per l’aggressione russa all’Ucraina, sia protagonista com’è stata durante l’emergenza Covid e promuova un nuovo Recovery plan energetico».
Conclude infine Vittorio Tozzini: «Ci sono un’infinità di enti con una frammentazione di autorità, il cui unico risultato è lo spreco di una risorsa pubblica così preziosa e inalienabile, tutelata anche dal voto referendario di 11 anni fa.
Il Governo ha già formalizzato la scelta di individuare un Commissario, che nella logica dell’esperienza maturata con l’emergenza Covid abbia il potere e la capacità di programmare gli investimenti e le competenze organizzative necessarie, coordinando tutti gli attori della filiera: ambiente, trasporti, energia e comunicazioni sono asset strategici per la sicurezza nazionale. Speriamo quindi che tutti gli interventi finalizzati all’ammodernamento delle infrastrutture delle reti idriche con la sostituzione di quelle più vecchie, alla razionalizzazione e consolidamento dei bacini, all’incremento degli invasi, alla costruzione di dissalatori, alla riqualificazione delle centrali idroelettriche, al riuso delle acque reflue depurate siano integrati nelle politiche dedicate alla transizione ecologica, previste dal PNRR.
Occorre poi rifarsi alle best pratice e al know how di esperienze d’eccellenza come quelle che da sempre conducono istituzioni accademiche e aziende miste pubblico/privato in Israele, riferimento mondiale nel settore e incentivare la ricerca e le tecnologie applicate al risparmio idrico in ogni campo, a partire ovviamente dall’agricoltura, che le nostre università, le associazioni di categoria, alcune Regioni (encomiabile la Lombardia in questo senso) stanno svolgendo».