Proporzionale, che sia davvero la volta buona?

Un proporzionale “corretto” con premio di maggioranza per superare il Rosatellum e sganciare i partiti dalle coalizioni. È questa la proposta di legge elettorale a cui trasversalmente hanno lavorato Roberto Calderoli della Lega e Dario Parrini del Pd, su mandato di Enrico Letta e Matteo Salvini, e che potrebbe non dispiacere del tutto neanche a Giorgia Meloni.

Bene o male, dunque, purché se ne parli, purché sia dia l’avvio vero alla discussione sulla nuova legge elettorale. “C’è più di un’interlocuzione in corso” precisano dal Nazareno, come riporta oggi Il Corriere della Sera. Perché, da una parte e dall’altra, l’obiettivo è quello di liberarsi dal giogo delle coalizioni, che ormai ai partiti vanno sempre più strette, come dimostra quanto accaduto per l’elezione del presidente della Repubblica e in buona parte per le Amministrative.

Secondo la bozza a cui hanno messo mano Calderoli e Parrini, ogni partito può presentarsi da solo alle elezioni, e i seggi vengono poi assegnati con sistema proporzionale che però prevede un premio di maggioranza che garantisca la stabilità per governare. Senza esagerare, per non incorrere di nuovo nell’incostituzionalità del passato. Ogni forza politica può, inoltre, federarsi in coalizione con altri partiti in maniera chiara, sottoscrivendo un programma comune. Da capire ancora come verranno determinati gli eletti, ma stavolta l’iter per la riforma elettorale è partito e procede anche spedito, accelerato dalle bizze di Conte e del M5S, che mettono in difficoltà il governo Draghi, e della frattura a gestirà tra Lega e Fratelli d’Italia, che non sono più il blocco unito di qualche tempo fa. Dem e Carroccio, dunque, preferiscono avere più margine per le candidature alle Politiche 2023, senza il limite dei collegi uninominali da “spartirsi” con gli “alleati”. Da qui la proposta di correre ognuno con le proprie insegne e la propria identità, anche nel campo largo: una proposta che incontra il favore di tutti, e che potrebbe piacere anche a Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni è contrario da sempre al proporzionale, ma sarebbe tentato dal premio di maggioranza e dalla possibilità di correre da solo per ritrovarsi poi in coalizione con il centrodestra.

Che sia davvero la volta buona?