La Buona Destra ha scelto la strada più difficile, ha scelto la strada giusta. Non quella dove “si vince”, non quella dove “uno strapuntino c’è anche per noi”. La Buona Destra ha scelto di costruire con calma, tanto lavoro e passione, la casa di una destra europea, liberale e popolare, una destra che fa argine a populismo e sovranismo, che non ci va a braccetto perche “questa è l’aria che tira”.
La Buona Destra, bisogna essere chiari, è avversaria della destra estrema ed è per questo che punta alla disgregazione di un sedicente centrodestra (o di quello che ne resta) in cui dentro c’è tutto e il suo contrario. Perché la Buona Destra è convinta che sia folle che le istanze di civiltà, buona educazione, solidarietà, laicità siano lasciate appannaggio solo di una sinistra che vuole ridistribuire una ricchezza che non c’è, una sinistra tutta burocrazia e niente decisioni, tutta assistenzialismo e debito pubblico, contraria ad un razionalismo fiscale che serva anche come strumento di lotta all’evasione. Perché la Buona Destra riconosce il merito come unico strumento di avanzamento sociale in una comunità dove tutti abbiano le stesse opportunità di partenza, senza alcuna distinzione e con la volontà di liberare le energie del Paese premiando i talenti individuali.
Per essere ancora più chiari: la Buona Destra non festeggia se la sinistra vince; ma non festeggia nemmeno quando la destra vince insieme a sovranismo, estremismo, populismo. La Buona Destra festeggerà solo quando l’Italia sarà diventato un paese normale, quando esisterà una destra autonoma e senza bava alla bocca. Una destra libera di essere sé senza dover subire il giogo della cattiva destra.
Per tutto questo e per mille altre ragioni la Buona Destra non sarà mai organica a questo centrodestra schiavo della peggiore politica vista in Italia.