Nessuna replica alle inattese sortite di Francia e Germania ma il Viminale conferma: «È vero, non accettiamo più riammissioni di migranti da altri Paesi in virtù dello straordinario afflusso a cui l’Italia è chiamata a far fronte da mesi. La vecchia logica della responsabilità del Paese di primo ingresso del regolamento di Dublino è ormai superata dalla bozza del nuovo Patto approvato a giugno a Lussemburgo con una prospettiva assolutamente diversa di politica continentale. Andiamo avanti con il piano Mattei e in una cornice europea. L’interesse dell’Italia è che il nuovo Patto venga approvato al più presto».
Nella sempre complessa cornice delle politiche sull’immigrazione europea, l’Italia si trova a un punto critico. Mentre Francia e Germania criticano la mancata adesione italiana alle regole di Dublino, il Viminale si difende, sottolineando l’impatto senza precedenti dell’afflusso migratorio sul suolo italiano.
Il Patto per l’asilo e l’immigrazione, approvato a giugno a Lussemburgo, rappresenta un punto centrale nella discussione. Il Ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, sta cercando di spingere per una sua approvazione tempestiva, ma la strada è tutt’altro che facile. L’incontro del 28 settembre a Bruxelles vedrà un nuovo round di negoziati tra i ministri dell’Interno europei.
La situazione è ulteriormente complicata dal Memorandum tra l’Unione europea e la Tunisia, anch’esso oggetto di controversie. Mentre Giorgia Meloni lo considera un successo, sembra in realtà essere sempre più fragile, con i fondi europei che tardano ad arrivare e migliaia di persone che cercano di raggiungere le coste italiane.
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Intanto ieri c’è stato il record assoluto di sbarchi giornalieri, ben cinquemila. Insieme alle decisione della Francia di blindare le sue frontiere, e della Germania di sospendere le redistribuzioni dall’Italia, rea di aver infranto le regole di Dublino (comunque ancora vigenti), rendono la situazione più critica che mai.
La strategia dell’Italia è quella di spingere per un accordo sull’asilo e l’immigrazione in Europa prima della fine della legislatura. Tuttavia, la campagna elettorale per le Europee potrebbe complicare ulteriormente il processo, con gli interessi nazionali che potrebbero prevalere sulla visione europea.
Tuttavia anche i dati sulle richieste di asilo mettono in discussione l’idea che l’Italia sarebbe il principale beneficiario dei nuovi sforzi di solidarietà europei. In proporzione alla popolazione, Francia, Germania, Spagna, Grecia e Paesi Bassi accolgono più migranti di noi. Andrebbe a finire che sarebbe l’Italia a dover dare solidarietà a questi paesi. Questo rischio potrebbe minare ulteriormente il Patto europeo sull’immigrazione, su cui l’Italia sta puntando per gestire meglio i flussi migratori.
Vedremo se Matteo Piantedosi riuscirà a ristabilire il dialogo con i suoi omologhi francesi e tedeschi in vista dell’incontro di Bruxelles. Nel frattempo l’incertezza regna sovrana in un’Europa divisa su come affrontare la sfida dell’immigrazione