Matteo Renzi, lo skipper senza vento che riconosce l’odore del sangue come gli squali

Matteo Renzi è come quegli skipper che riescono a navigare anche con la bonaccia. Muovono la barca solo con il movimento del timone, cercando un piccolo soffio, sopra o sotto vento, per gonfiare un minimo le vele. Facile trovare un’andatura in quei giorni in cui il libeccio o il ponente gonfia la randa. Li governi di bolina, cercando il giusto equilibrio per la migliore portanza.

Ha avuto le sue giornate sopra vento, quando qualunque cosa facesse sembrava buona e santa. Poi la vita, il suo karma, la resistenza del bulbo della barca della ditta di D’Alema e soci, lo hanno fatto scarrocciare in un cono d’ombra, fatto di acque stagnanti. La scorsa legislatura è trascorsa in assenza di politica, prima per l’avvento degli incompetenti populisti, a seguire per il ritorno dei tecnici. Lui, con equipaggio alle manovre ridotto all’osso, ha giocato solo di timone, facendo stambare più volte la barca, per sbattere gli avversari da una mura all’altra.

Oggi la politica, grazie ad una donna che ne ha masticato come lui dai tempi del liceo, è tornata. Il vento, in tutte le sue contraddizioni metereologiche, sta cominciando a soffiare. E lo skipper per eccellenza ha messo mano a srotolare le cime, allestire le scotte. Ieri al Senato è stato lampante come un fulmine a fine estate. Non è ancora il tempo di bolina, sta andando di lasco, solo con mezza randa. Poi ci sarà il congresso del Pd, e lì Matteo isserà il fiocco sullo strallo di prua. Il vento farà sbattere le sue vele, ma lui aspetterà, paziente come il suo omologo Cristoforo, il DEF, a giugno. Li usciranno le contraddizioni del vento di destra, quasi impossibile sarà conciliare una manovra per l’autunno, tra flat tax impossibili e patrimoniali prevedibili. Lui avrà nei mesi invernali già arruolato marinai da angiporto, gente lesta di mano e di coltello. A quel punto, verso settembre, passata la bonaccia d’agosto, cazzerà la randa e passerà da sotto vento a sopra vento, agganciando la maggioranza in subbuglio.

“C’è bisogno di portanza!” griderà. E verrà caricato nella flotta governativa. C’è una manovra lacrime e sangue da fare. Ed il nostro skipper riconosce come gli squali l’odore del sangue a miglia di distanza. Ad ottobre è fatta, nomina un paio di nostromi al governo della barca e vai di bolina. Siamo un popolo di santi, poeti e navigatori. E lui, come Vasco de Gama, ha attraversato lo Stretto di Magellano, percorrendo entrambi gli oceani, di sinistra e dritta.