Sicuramente la decisione del Gip di Milano che non raffigura come provata né la super Cupola mafiosa, né le singole associazioni mafiose proposte dagli inquirenti, dopo un’indagine che dura da anni, sarà supportata da elementi giuridici. Però.
Ricapitoliamo. La procura di Milano con una minuziosa e complessa indagine che riguardava 153 soggetti, appartenenti alle tre principali mafie del Paese, Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra, ipotizzava una super Cupola, un consorzio d’affari in cui le mafie riciclavamo ed investivano ingenti capitali.
Che le mafie dai tempi di Gaetano Fidanzati e poi dei Graviano, dei maggiori camorristi napoletani immortalati nei palazzi dei Savastano di Gomorra, investissero a Milano è cosa nota da 50 anni. Che gli ‘ndraghetisti preferiscano spostare i soldi nella cintura milanese, invece di farli vedere, e magari sequestrare dai Gratteri, ad Africo o a Locri lo sanno pure i bambini bauscia. È più facile nascondere soldi dove ce ne sono altri, piuttosto dove c’è povertà e miseria dichiarate. Un’operazione di arresti e sequestri di queste dimensioni, economiche e rappresentative, proprio al procuratore Gratteri sarebbe riuscita facile a Catanzaro o a Palermo. Ma a Milano no. A Milano pecunia non olet, i danè sono la benzina del motore del PIL lombardo, e se vanno in mano alle amministrazioni giudiziarie si fermano, si bloccano, si immobilizzano.
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La prima e principale legge economica è quella che riguarda la circolazione della ricchezza di Adam Smith. Il denaro non può dormire, deve girare, più velocemente gira più crea ricchezza. Vi immaginate un caso Saguto a Milano? L’avrebbero arrestata dopo due mesi per blocco della circolazione economica. Queste cose vanno bene al Sud dove ci sono i poveracci, tali sono e tali devono rimanere, a loro quel bene prezioso, il denaro non serve. A Milano è una tigre nel motore, come diceva quella pubblicità della benzina degli anni settanta. Per cui non può esistere questa super Cupola degli affari, la Mafia’s Company Spa. Se no salta il perché esiste Piazza Affari da illo tempore. A Palermo Report può mettere sotto torchio un’anziana professionista che fa l’assessore, se suo padre 80 anni fa era mafioso, a Milano queste cose non si fanno. Milano è la capitale morale, con i fondi d’investimento siciliani, napoletani e calabresi però.