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Macché “gomblotto” francese contro l’Italia! Costruiamo l’Europa con Draghi e Macron

Ci vuole proprio un bel coraggio a scrivere una recensione come quella che Bisignani sul Tempo di oggi dedica al nuovo libro di Paolo Cirino Pomicino (“Il grande inganno. Controstoria della Seconda Repubblica”). Perché certo, “la realtà non è mai quella che appare” come recita la quarta di copertina del volume. Ma se poi la Storia italiana degli ultimi 30 anni la dobbiamo ridurre a una specie di “gomblotto” francese alle nostre spalle, oltre che a una ramanzina sul debito pubblico, qualcosa allora non torna. Del resto è lo sport preferito in Italia dare sempre la colpa a qualcun altro.

L’economia italiana anche per colpa di classi dirigenti miopi e ottocentesche, abbarbicate a una visione statolatrica, è stata incapace di cavalcare la rivoluzione capitalistica passata alla storia con il nome di globalizzazione? Abbiamo aspettato troppo mentre altrove la finanza si ingegnerizzava e le startup cambiavano il mondo? Il nostro sistema bancario per troppo tempo è rimasto al palo? Bene, secondo Bisignani la colpa è dei francesi che hanno attraversato le Alpi e sono scesi a colonizzare l’Italia…

Vabbé. Le classi dirigenti delle quali Pomicino ha fatto parte nei decenni del tassa e spendi, anzi dello spendi e spandi, hanno creato un debito pubblico allucinante che pesa e peserà come un macigno sul nostro Paese e le generazioni future? Ora per Pomicino e Bisignani quel debito è diventato un problema: che si può risolvere con non meglio specificati prestiti della nazione o vendendo gli immobili dello Stato. Gli immobili dello Stato!

E le riforme strutturali del lavoro, del sistema pensionistico, della burocrazia e della amministrazione dello stato, della giustizia, che fine hanno fatto? Abbiamo ricevuto in dono un Paese bloccato, prigioniero di se stesso, incapace di esprimere tutta la sua forza sotto una montagna di leggi e leggine, interessi costituiti, favori decennali fatti dalla politica a questo o a quello, con zero riforme strutturali, zero cambio di paradigma, e adesso la colpa sarebbe di Sarko’, di Macron e del fatto che non si vendono gli immobili dello stato? Ma dai…

E poi anche questa retorica sui francesi, che va bene, avranno pure la grandeur e hanno combinato quello che hanno combinato in Libia, ma come si può dimenticare o sottovalutare il peso specifico delle banche francesi nel nostro sistema economico e il ruolo che svolgono proprio nella sostenibilità del debito pubblico? E poi, proprio adesso che la Germania post-merkeliana ondeggia e pare aver perso la bussola, proprio adesso che dopo il Trattato fra Roma e Parigi Draghi e Macron potrebbero accelerare verso una vera Federazione Europea, ecco, proprio adesso dobbiamo sorbirci il ‘gomblottismo’ paragrillino sulla ‘colonizzazione francese’ in Italia?

Ma per favore. Ragioniamo come europei per una volta, e basta con i retroscena al posto dell’entrare in scena da protagonisti. Invece di stare sempre lì a rimestare nel torbido per rimediare ai nostri sensi di colpa. Basta col provincialismo. Altro che vendere gli immobili dello Stato! Prendiamo la storia degli ultimi 30 anni, passiamola ai raggi x, capiamo una volta per tutti gli errori commessi dal partito unico della spesa pubblica democristiano, socialista e comunista, e ripartiamo facendo ammenda. Verso un futuro fatto di libertà nel fare impresa, merito e capacità.