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L’unico fronte dove avanza Putin sono le sue menzogne

“Non è vero che avevamo previsto solo due giorni di combattimento ma almeno tre settimane,” ha detto Putin. Siamo ad un mese dalla folle invasione dell’Ucraina e, al netto della propaganda di entrambe le parti, “l’invincibile armata russa” tiene ed avanza solo grazie alla potenza di fuoco e al predominio dei cieli che in un conflitto convenzionale vale il 90% .
È evidente che le truppe russe non hanno (giustamente) alcuna voglia di rischiare la vita per Putin perché anche a loro era stata detta la stessa cosa e mentire al proprio esercito non è mai saggio, neanche per un autocrate. La prima forma di menzogna è sottostimare le perdite. Stando alle stime del Pentagono, le perdite russe ad oggi  si aggirano intorno alle diecimila unità. Diecimila vite perdute in un mese di conflitto o “operazione speciale” sono ingiustificabili anche per la platea più fedele.
Il miracolo di David contro Golia si sta realizzando grazie al coraggio e alla determinazione di un popolo orgoglioso che con la forza della disperazione ha deciso, non per scelta ma per necessità, di mettere a rischio la propria esistenza, cultura, integrità e la vita di ogni cittadino per difendere la libertà, la propria indipendenza e autodeterminazione.
Davanti al coraggio di un popolo come quello ucraino non si può che provare stima e rispetto e invece in casa nostra ormai da tempo siamo davanti a un’involuzione di valori: qualche giorno prima dell’avvio della “operazione speciale”, un esponente di una fondazione di reduci dei campi di sterminio mi riferiva con rammarico il fatto che stando alle ricerche e statistiche recenti in Italia i negazionisti sono passati dal 4% ad oltre il 10%. Un dato non solo frustrante ma angosciante.
Nei giorni scorsi, il professor Sgarbi ha detto in Parlamento: “Tolstoj  indicava questa rotta: ‘come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza’. Sarei quindi prudente per l’avvenire a pensare che armare quell’esercito, che è un grande esercito di resistenza e diventa sempre più forte con i cittadini, non sia in realtà un modo per non interrompere questa guerra e aumentare i morti, perché anche un soldato russo morto è un innocente: non ha voluto quella guerra, l’ha subita”. Purtroppo, o per fortuna del professor Sgarbi in Italia e in Europa tra il 1943 e 1945 i partigiani e gli alleati non leggevano Tolstoj.
Comunque, e senza polemica, non è vero che il fuoco non si spegne col fuoco anzi per spegnere i pozzi di petrolio in fiamme si usa l’esplosivo. L’unico modo per impedire l’impunità di un invasore è di armare la fionda di David e far sì che lo Zar sia nudo davanti al  suo popolo. Solo quando i russi saranno disillusi dalla propaganda di governo, solo a quel punto i trattati di pace potranno trovare seguito.