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Così l’ANPI scarica gli ucraini: da Bella Ciao a ciao belli

Non si sono alzati una mattina, come nella famosa canzone che riempie le piazze delle città italiane il 25 aprile, per fronteggiare l’invasore al fianco dei fratelli partigiani ucraini. L’ANPI, che da sempre nasconde un livore anti-americano, anti-atlantista e anti-occidentale sotto la pretesa di difendere i valori della resistenza, continua a mostrare la sua vera natura di fiancheggiatori, magari inconsapevoli, di un regime dispotico che affonda le sue radici nel totalitarismo sovietico.

Come ricorda Liliana Segre, la resistenza di un popolo invaso rappresenta la massima espressione del diritto fondamentale di difendere la propria patria. Una responsabilità, oltre che un diritto, che è anche sancito nella nostra Costituzione come sacro dovere di ogni cittadino italiano. L’ANPI dei burocrati fa finta di dimenticarlo e preferisce voltare le spalle ai veri partigiani, assumendo una posizione incomprensibile che forse si addice di più ad un reduce della Repubblica Sociale di Salò piuttosto che a chi millanta la superiorità morale di chi ha versato il proprio sangue per la libertà.

Non oso immaginare cosa direbbero i veri partigiani se fossero ancora vivi. Noi come loro ci sentiamo di dire una cosa sola: di fronte all’invasore, alla tirannia e alla violenza… ora e sempre resistenza!