L’Ue non puo essere ostaggio di Orban, le regole vanno cambiate

“Deve essere molto chiaro che per noi Putin è un criminale di guerra, che sta infrangendo le regole internazionali. Non possiamo accettare nessun tipo di pre-condizione dalla Russia. È Mosca la responsabile di questa guerra. Per noi europei una cosa è cristallina: siamo dalla parte degli amici ucraini, non è solo una guerra contro l’Ucraina ma anche contro i nostri valori, la nostra democrazia e libertà. Putin deve perdere la guerra. Kiev si deve difendere e noi dobbiamo darle le armi e deve sapere che siamo completamente dalla sua parte”. E’ in maniera estremamente chiara che Manfred Weber, capogruppo del Ppe al Parlamento Ue, spiega in un’intervista al Corriere della Sera il su pensiero sulla sanguinosa guerra scatenata dal Cremlino.

È moralmente inaccettabile – dice – che stiamo ancora finanziando Putin e la sua guerra con la nostra bolletta energetica. Dobbiamo bloccare il petrolio russo”.

Eppure sono già venti giorni che la Commissione europea ha annunciato il pacchetto di sanzioni. “Il veto dell’Ungheria e del suo premier Viktor Orbán è una provocazione per il resto dell’Unione. È un segnale di sveglia – osserva Weber – Dobbiamo cambiare le nostre regole per prendere le decisioni. Non voglio più essere nelle mani di Orbán, il metodo di voto deve diventare a maggioranza. L’embargo sulle fonti russe è urgente, ma è necessario avere un meccanismo di solidarietà funzionante per le fonti energetiche. Mosca ha già tagliato il gas a Polonia e Bulgaria e Sofia dipende al cento per cento dal gas russo”.

Weber, che domani sarà nominato anche presidente dei Popolari dal congresso a Rotterdam, ammette che tra i Paesi dell’Europa Centrale e dell’Est, ma anche tra i Baltici, c’è frustrazione “perché avevano avvertito il resto dell’Ue negli ultimi dieci anni dell’atteggiamento della Russia, soprattutto dopo l’occupazione della Crimea nel 2014”. E nessuno dei Paesi Occidentali li ha ascoltati. “Ma dall’altro lato non ci sono alternative a un’Europa unita e forte, è l’unico modo per vincere. Per questo spero che il Consiglio europeo trovi una soluzione sul sesto pacchetto di sanzioni”

L’Unione europea, insomma, sta vivendo un momento di definizione, ma “come europei siamo nella stessa barca. Sono in gioco i nostri valori. Putin non si fermerà se vincerà contro l’Ucraina e andrà avanti, probabilmente contro i Baltici e altri Paesi. Accanto alla questione russa stiamo fronteggiando a livello globale la questione cinese: se Putin vince tutti i sistemi autocratici si sentiranno motivati ad andare contro le democrazie. Quello che succede oggi in Ucraina potrebbe accadere domani a Taiwan”.

Weber, inoltre, confessa che il rischio di una crisi mondiale dovuta alla fame è davvero grande, per questo “chiedo alla Commissione di fare in modo di aumentare la produzione agricola sul nostro territorio”.