Il Senato della Repubblica italiana ha approvato, con 192 voti a favore e nessun contrario, una mozione che riconosce lo stupro come arma di guerra, a supporto all’attività della Corte penale internazionale sui casi di donne vittime di violenza durante i conflitti.
«Da oltre cento giorni in Ucraina assistiamo a immani violenze contro le donne. E non è certo una novità. Da anni mi batto per riconoscere che lo stupro e le violenze contro le donne in caso di guerra, rappresentano un’ulteriore arma di guerra – si legge in una nota della senatrice di ‡Europa Emma Bonino -. Il corpo delle donne viene usato come ulteriore strumento di terrore e violenza. Certo l’eventuale riconoscimento e conseguente condanno dello stupratore non potrà riparare il danno subito dalla donna oggetto di violenza. Ma nell’ottica della giustizia riparativa – sottolinea – ritengo necessario che a livello internazionale si prenda consapevolezza in tal senso. La mozione intende rafforzare il ruolo della CPI, con una sorta di “estensione” per i reati su cui ha giurisdizione a intervenire, ossia crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità, mentre dal processo avviato a Kampala si vorrebbe estendere le fattispecie anche ai crimini di aggressione. Lo stupro non rientra propriamente in nessuna di queste fattispecie e proprio per questo sono molto soddisfatta che, con 192 voti a favore e nessun contrario, il Senato della Repubblica abbia adottato questa mozione che configura, per l’appunto, lo stupro come “arma di guerra”. Lo dobbiamo a tutte quelle donne che sono state usate, umiliate e violate nella loro integrità psico-fisica».