Lite sul Superbonus, slitta il Dl Aiuti bis: Conte attacca Draghi

Slitta il decreto Aiuti bis. Il provvedimento che consterebbe di 17 miliardi di «ossigeno» per famiglie e imprese sfiancate dal peso insostenibile delle bollette energetiche, è bloccato al Senato per lo scontro tra i partiti che si trovano in disaccordo sul Superbonus.

Come fa sapere “Il Corriere della Sera”, l’approvazione in Cdm del terzo decreto Aiuti, che il premier Draghi voleva ad ogni costo entro oggi sul tavolo di Palazzo Chigi, è slittato. Il ministero dell’Economia ha trovato un «tesoretto» che arriva dall’extragettito tributario, grazie a cui il decreto dovrebbe valere qualcosa come 12 o 13 miliardi. Ma il via libera al provvedimento sarà in due tempi, dal momento che Franco ha necessità di qualche giorno in più per avere la quadra delle risorse disponibili per finanziare il pacchetto di aiuti.

A Palazzo Chigi intanto c’è trepidazione per l’iter parlamentare del secondo decreto Aiuti, che è slittato a martedì. Mentre i cittadini aspettano, i partiti si azzuffano, dimostrando ancora una volta tutta la loro inadeguatezza. Come riferisce Monica Guerzoni su “Il Corriere della Sera” l’accordo di ritirare tutti gli emendamenti per rendere più rapida l’approvazione è saltato, il M5S e Alternativa c’é si sono impuntati. «Approvare il testo così com’è non è accettabile. Ci sono emendamenti prioritari per evitare il fallimento di 50 mila imprese e aiutare i cittadini che hanno creduto allo Stato utilizzando il superbonus», ha detto la capogruppo dei 5 Stelle Mariolina Castellone.

Gli altri partiti accusano il M5S di voler «rosicchiare voti sulla pelle degli italiani». Dal canto suo Giuseppe Conte se la prende con Draghi: «Dovevamo intervenire a febbraio, marzo scorso…». Ospite dalla Merlino l’ex premier ha detto: «Oltre 30mila aziende falliscono, è un’urgenza che stiamo ripetendo da mesi. Il nostro emendamento è un imperativo etico morale per lo Stato italiano, se le altre forze politiche non lo vogliono votare lo spieghino, noi non lo ritiriamo».